Superbonus, senza questa clausola non se ne fa nulla: controlla che sul tuo immobile ci sia
L’Agenzia delle Entrate ha chiarito alcuni punti fondamentali rispetto all’erogazione del Superbonus: ecco cosa bisogna controllare.
Di recente l’Agenzia delle Entrate ha chiarito che c’è bisogno di documentazione specifica per l’inizio di attività di intervento edilizio: la mancanza di tale documentazione costituisce una violazione.
Questi documenti devono essere allegati alla segnalazione certificata di inizio attività o alla richiesta di permesso di costruire, nel momento in cui ci si presenta allo sportello unico competente.
Di quali documenti si tratta? Del progetto degli interventi per la riduzione del rischio sismico e l’asseverazione, in particolare la mancanza di quest’ultima rappresenta una violazione che può ostacolare l’attività di controllo.
Questa precisazione va a colpire tutti quei soggetti che hanno avviato un intervento edilizio su un immobile di proprietà, destinato a trasformarsi in abitazione una volta terminati i lavori.
Omissione dell’asseverazione: le conseguenze sul Superbonus
Come sappiamo, chi ha avvitato interventi di riduzione del rischio sismico dell’edificio può beneficiare delle detrazioni del 110% delle spese eseguite, grazie al Superbonus, per un limite di 96mila euro. Ci sono casi in cui alla comunicazione di inizio lavori allo Sportello Unico Edilizia (SUE) del Comune competente, non sono stati allegati l’asseverazione di rischio sismico ante operam e la relazione illustrativa della classificazione sismica.
Ci si chiede se in casi del genere questa omissione possa essere considerata una violazione meramente formale, che non intacchi in alcun modo le eventuali detrazioni Superbonus. A questo risponde l’Agenzia delle Entrate premettendo che l’obbligo di depositare questa documentazione insieme al progetto dell’intervento è disposto dall’articolo 3, comma 3, del decreto interministeriale n. 58/2017.
Remissione in bonis sulla dichiarazione dei redditi: come rimediare all’omissione
Cosa succede nel caso di tardiva od omessa presentazione dell’asseverazione? Ebbene, questo comporta il mancato accesso al beneficio fiscale: l’omissione non può essere considerata formale, ma si tratta di una violazione che può ostacolare l’attività di controllo. Non è possibile ricorrere alle disposizioni della “Tregua fiscale” per rimediare alla violazione con una sanatoria.
I contribuenti possono utilizzare la remissione in bonis per sanare la violazione entro il termine della prima dichiarazione dei redditi utile nella quale deve essere esercitato il diritto a beneficiare della detrazione della prima quota costante dell’agevolazione e contestualmente deve versare l’importo pari alla misura minima della sanzione. Naturalmente bisogna prestare attenzione alle scadenze temporali e constatare se sia ancora possibile accedere al superbonus: a quanto pare la prima dichiarazione dei redditi nella quale deve essere esercitata la detrazione della prima quota costante dell’agevolazione è quella da presentare entro il 30 novembre 2023.