I fondi comuni di investimento non sempre sono una buona idea: convengono solo in questi casi
Fondi comuni, se ne parla sempre tanto, ma convengono per davvero? I pro e i contro.
Quando si parla di soldi e investimenti, bisogna sempre, come si suol dire, rizzare bene le antenne in testa e non compiere mai e poi mai azioni fin troppo azzardate, dunque dando adito al più vivo impulso. In un periodo poi di grande crisi, che stiamo vivendo anche nel nostro Paese, sarebbe opportuno non dare atto a colpi di testa.
Prima di fare investimenti è dunque bene ragionarci molto bene, valutando i pro e i contro e chiedendo pure consiglio ad esperti. Inoltre, prima di compiere qualsiasi azione, se il nostro Conto Corrente è cointestato, dovremo avere necessariamente l’autorizzazione dell’altra/delle altre persona/e a cui è intestato assieme a noi.
Inoltre, se viviamo in famiglia e siamo sostanzialmente la persona che porta maggiormente il pane a casa, è bene confrontarci con altre persone appartenenti al nostro nucleo familiare, perché tale scelta potrebbe incidere di molto sul nostro modo di vivere. Fatte queste doverose premesse, andiamo a vedere che cosa siano i fondi comuni di investimento.
Dobbiamo dividerli in due grandi branchie. Esistono infatti per prima cosa i fondi a gestione attiva, il cui precipuo scopo è fare meglio del proprio riferimento. Ciò lo vogliono fare per dare in pasto all’investitore un investimento extra rispetto al mercato in cui si trova attualmente ad operare con i suoi investimenti.
Quale delle due categorie conviene maggiormente?
L’altra branca è occupata dai fondi a gestione passiva, che in molti casi si chiamano con l’acronimo ETF. Questi fondi eliminano in men che non si dica ogni forma di intermediazione attiva, mentre si limitano a replicare l’andamento del cosiddetto Benkmarc. Com quest’ultimo termine si intende nel gergo finanziato il parametro di riferimento per valutare la prestazione non solo di un fondo di investimento, ma anche di un titolo e dell’andamento del mercato in linea generale.
Detto ciò, sul Web si discute molto il fatto se convenga o meno metterli in atto, questi chiacchieratissimi fondi. Pur risultando per il più delle volte alquanto vantaggiosi, quelli a gestione attiva, possono anche risultare assai rischiosi, soprattutto se gestiti da persone che non se ne intendono un granché di Finanza e che quindi possono sovente cadere in fallo.
I rischi che vanno ben valutati
Sono inoltre molto complessi e prevedono dei grandi costi. Se infatti dobbiamo inizialmente subire delle perdite, rischiamo già di mandare alle ortiche parecchi soldini. Inoltre la gestione attiva costa parecchio, o comunque sia molto, di più a quella passiva, che ha per altro meno pretese. Lo è anche perché. è bene saperlo, richiede la consulenza pressoché costante di grandi esperti al fine di non sbagliare.
Per altro nemmeno la gestione non è poi così trasparente e gli atti talvolta risultano così intricati e nebulosi da non permettere nemmeno agli esperti di settore di capire come stiano realmente le cose. Per tali motivi, soprattutto se non abbiamo grandi soldini da poter investire e non possiamo permetterci rischi, sarebbe meglio evitare tale investimento a livello attivo.