Taglio Iva per i prodotti strettamente legati ai mondo de l’infanzia, qualcosa è andato storto. Che fallimento!
Un famoso e alquanto colorito detto recita che non tutte le ciambelle riescono col buco. E mai come in questo caso può essere considerato più che veritiero. Infatti il taglio dell’Iva sul vasto settore dei prodotti per l’infanzia si è rivelato un autentico fallimento. È davvero inutile e sciocco girarci attorno. Tutto ciò procura enorme dispiacere e sentita delusione nei cuori degli acquirenti.
Pure il Governo che l’ha varato è rimasto con il classico amaro in bocca. Diciamo che alla base l’idea era pure buona e valida, ma poi, come sovente accade in linea generale, se una cosa funziona sulla carta non è detto che risulti così conveniente coi fatti. E qui i fatti sono stati decisamente deludenti. Incominciamo col dire che i prodotti legati all’infanzia che dovevano riguardare tale aiuto sono il latte, i seggiolini auto e pannolini.
Chiaramente stiamo trattando di strumenti fondamentali per una famiglia se si ha in casa un bambino molto piccolo. Ed è per tale motivo che molti genitori, ma anche nonni per la verità, hanno fatto un bel respiro. E poi hanno pure esultato quando il taglio era stato annunciato, dato che l’acquisto di suddetti prodotti incide molto sul bilancio familiare.
Il problema sostanzialmente è stato che è inutile tagliare l’Iva se poi i prodotti aumentano o comunque non diminuiscono di un granché. Per molti fruitori tutto questo è stato solo una bella presa in giro. Pensate che, dati alla mano, si è stimato che c’è stata una variazione dei prezzi tra il mese di dicembre 2022 e marzo 2023, che seppur non altissima a livello di percentuale, ha peggiorato la situazione.
Più precisamente i costi per un pannolino aperto si sono abbassati del 4,9%, mentre se parliamo di una mutandina del 2,9%. Per un seggiolino auto per bambino arriviamo al 2%. Veniamo ora al latte che è fondamentale per un neonato; quello in partenza è salito dell’1,3%, quello per l’infanzia in crescita del 2,6% mentre quello per l’infanzia a proseguimento del 1,4%.
Insomma, la discesa dei prezzi è stata decisamente molto limitata e i consumatori si aspettavano decisamente qualcosa di più, così come lo stesso Governo. Tra l’altro la legge di Bilancio 2023 che è stata approvata dall’attuale Governo Meloni, nonché dalla maggioranza Parlamentare di Centro Destra, aveva effettivamente abbassato l’aliquota per i prodotti per l’infanzia poco fa nominati.
In tale direzione si era passati dal 10 al 5% per le prima e seconda categoria, mentre dal 22 al 5% per l’ultima. Tuttavia poi tali decisioni non sono bastate a risollevare le sorti e oggi più che mai tutto questo è tristemente evidente. A questo punto il Governo ha deciso di correre nuovamente ai ripari e ha quindi chiesto al Garante di convocare una nuova riunione della commissione di allerta rapida.
Questo per cercare di capire che cosa ha portato a non ridurre i prezzi, di questi prodotti, che sono assolutamente fondamentali per la crescita di un bambino. Le famiglie italiane si augurano dal profondo del cuore che la situazione possa cambiare. Le spese sono sempre troppo alte e oltre a provvedere a quelle per i bambini, ce ne sono tante altre che per forza di cose che bisogna affrontare.