Il nuovo Bonus permette di avere un credito d’imposta del 30%: di cosa si tratta e a chi spetta
Un bonus per incentivare l’utilizzo di mezzi di pagamento con metodi tracciabili: ecco come ottenere questa agevolazione e a chi è destinata.
Il Governo spinge per le transazioni effettuate tramite sistemi di pagamento elettronici e per incentivare l’utilizzo del POS nella quotidianità ha previsto un’agevolazione destinata agli imprenditori o lavoratori autonomi.
Il bonus consiste in un credito d’imposta pari al 30% delle commissioni addebitate per le transazioni effettuate con privati consumatori attraverso strumenti di pagamento tracciabili e si applica a chi nell’anno precedente abbia dichiarato ricavi e compensi inferiori ai 400.000 euro.
Il credito d’imposta sarà applicato sulle commissioni POS per le transazioni elettroniche effettuate dai consumatori a partire dal 1° luglio 2020. Non è previsto un termine finale per questa agevolazione che si presume sia modificata di anno in anno.
Quando parliamo di commissione ci riferiamo al costo applicato all’esercente sulla transazione da parte del soggetto che stipula con l’esercente un contratto di convenzionamento. Per credito d’imposta, invece, s’intende l’incentivo fiscale che favorisce l’uso di strumenti di pagamento elettronici per contribuire alla lotta all’evasione fiscale.
Pagamenti elettronici: il credito d’imposta che incentiva lo sviluppo dell’economia digitale
L’incentivo previsto sui pagamenti elettronici ammonta al 30% delle commissioni e si applica sulla cessione di beni o prestazioni di servizi rese nei confronti dei consumatori finali e corrisposte con arte di credito, debito o prepagate o altri strumenti di pagamento elettronici tracciabili. In ogni caso questi strumenti elettronici utilizzati devono soddisfare i requisiti tecnici di collegamento previsti dal Provvedimento n. 211996 del 6 agosto 2021 dell’Agenzia delle Entrate.
Il credito d’imposta può essere richiesto solo se nel mese solare si è effettuata almeno una transazione verso clienti consumatori e bisogna ricordare che la processing fee non può essere oggetto di credito d’imposta. Per richiederlo gli esercenti devono conservare la documentazione relativa alle commissioni addebitate per 10 anni a partire dall’anno in cui è stato utilizzato il credito.
Come utilizzare il credito d’imposta del 30% sulle transazioni elettroniche
Per quanto riguarda l’utilizzo di questo credito d’imposta, può essere sfruttato in compensazione con le imposte dovute, a partire dal periodo d’imposta successivo a quello in cui si è sostenuta la spesa. Se il credito d’imposta viene utilizzato parzialmente, è possibile portare l’eventuale eccedenza in compensazione nei periodi d’imposta successivi, senza perderlo.
Al fine di controllare l’effettiva validità del credito d’imposta sussiste l’obbligo per gli operatori che mettono a disposizione degli esercenti i sistemi di pagamento elettronici di trasmettere telematicamente all’Agenzia delle Entrate le informazioni relative alle transazioni.