Il susseguirsi di diversi Governi negli anni ha portato all’accumulo di una quantità piuttosto elevata di decreti attuativi ancora da pubblicare, ciò ha portato al blocco di oltre 3 miliardi di euro.
Attraverso la Legge di Bilancio annuale i governi possono pianificare le spese da assegnare alle manovre, riuscendo a gestire l’enorme mole di denaro da destinare alle riforme, ai provvedimenti ed alle forme di sostegno per la popolazione.
Sono passati ormai quasi 5 mesi dall’inizio dell’anno e la maggior parte delle idee previste nella Legge di Bilancio 2023 non solo non sono pronte, ma molte di esse sono addirittura già scadute da tempo.
Secondo quanto stabilito dalla Meloni l’Italia avrebbe a disposizione oltre 5 miliardi di euro per soddisfare il costo dei bonus e delle manovre economiche tuttavia dei 118 provvedimenti attuatiti solo 18 risultano portati a termine e ben 28 risultano invece scaduti.
Questa situazione, già tragica di suo, è stata poi aggravata dal fatto che circa altri 300 provvedimenti sono stati ereditati dai 3 Governi precedenti, quelli di Conte e di Draghi.
Tutto l’insieme ha portato alla congestione di alcuni Ministeri in particolare, tra cui:
Nonostante questi ritardi il numero delle opzioni inserite nella Legge di Bilancio non risulta essere particolarmente eccessivo, tanto che nei governi precedenti il numero approvato nel Bilancio era addirittura maggiore, aspetto che ha appesantito ulteriormente tutti i processi burocratici che hanno portato alla situazione attuale.
Alcuni dei decreti in estremo ritardo impatteranno notevolmente sulla popolazione italiana, infatti tra tutti i provvedimenti attuativi ancora da validare si possono trovare molti bonus dedicati alle famiglie più in difficoltà, come ad esempio la famosa Carta Acquisti, un sussidio dedicato ai nuclei familiari con ISEE inferiore ai 15mila euro e che avrebbe contribuito ad alleggerire i costi della spesa alimentare e dei prodotti di prima necessità.
Oltre alla carta anche l’idea di contrastare lo spreco alimentare attraverso la composizione di pacchi di alimenti invenduti da consegnare ai più bisognosi sembra non vedere luce nel prossimo futuro, così come la Carta Cultura Giovani e la Carta del Merito, che avrebbero dovuto sostituire il Bonus Cultura.