Mai più interessi e sanzioni sui tributi non pagati: il metodo rivoluzionario che ha salvato milioni di italiani dal lastrico
L’Italia è un paese pieno di valori e lati estremamente positivi, la burocrazia però non si rispecchia sicuramente in questa descrizione ed è anzi uno degli aspetti più odiati dai cittadini.
Sbagliare qualcosa durante un procedimento burocratico è purtroppo estremamente semplice, le norme intricate ed il numero di documenti esistenti non fanno altro che confondere i contribuenti, fortunatamente però a tutto c’è un rimedio.
Commettere errori od omissioni durante la compilazione dei pagamenti dei contributi può portare a conseguenze davvero gravi, tanto da arrivare a ricevere sanzioni e provvedimenti legali. In base all’articolo 13 del Decreto Legislativo n. 472 del 1997 però si può sfruttare l’aiuto di uno strumento estremamente importante per privati ed aziende, evitando così di incorrere in gravi problematiche.
La possibilità di riparare ai propri danni, completando le informazioni e correggendo i propri errori prende il nome di “ravvedimento operoso” ed è un procedimento a salvaguardia dei contribuenti che è stata semplificata durante gli anni dai Governi che si sono succeduti.
Per capire il suo funzionamento bisogna prima tenere conto di due fattori: l’importo dell’imposta non versata (o non versata correttamente) e la misura delle sanzioni ed il tasso di interesse.
Come calcolare interessi e sanzioni sui tributi non pagati
Il ravvedimento operoso varia anche in base al tempo passato dalla scadenza dell’imposta. A partire dal 2016 è stata resa pubblica una tabella in cui viene mostrata la sanzione applicabile.
Questa è così suddivisa:
- Ravvedimento breve: effettuabile entro 30 giorni dalla scadenza con una sanzione di 1/10 del minimo
- Ravvedimento lungo: dal 31° al 90° giorno con una sanzione di 1/9;
- Ravvedimento annuale: dal 91° giorno al termine della dichiarazione dell’anno in cui è stato commesso l’errore, con una sanzione di 1/8;
- Ravvedimento oltre l’anno: entro la fine della presentazione dell’anno successivo, con una sanzione di 1/7 del minimo
- Ravvedimento oltre i due anni: a distanza di oltre due anni dall’omissione, con una sanzione di 1/6 del minimo
- Ravvedimento post contestazione: dopo aver ricevuto la notifica da parte dell’Agenzia delle Entrate, con una sanzione di 1/5.
Come pagare il ravvedimento operoso
Per regolarizzare la propria situazione quindi il contribuente ha la possibilità di sfruttare questo potente strumento in sua difesa, senza però dimenticare che più tardi ci si renderà conto dell’errore e più alta sarà la sanzione da pagare.
Nel caso in cui si voglia pagare le tasse come ad esempio l’IMU, la TASI o la TARI i cittadini potranno utilizzare il modello F24 così come avviene anche per i pagamenti normali. Una volta compilato il modulo sarà sufficiente barrare la casella “ravv” e procedere al pagamento.