Donazione dei beni ai parenti, prima di procedere dovresti sapere una cosa: rischi grosso altrimenti
La donazione è uno dei metodi più utilizzati per trasferire beni ai propri eredi prima della morte, ma ci sono delle procedure a cui prestare particolare attenzione.
Nell’atto di donazione una parte, donante, predispone il trasferimento di un bene verso l’altra parte, donatario. Gli effetti di questa attività sono soggetti ad imposta secondo l’art. 2, co. 48, del D.L. n. 262/2006 convertito dalla Legge n. 286/06.
L’atto di donazione deve essere stipulato con atto notarile alla presenza di due testimoni. Affinché sussistano gli estremi per una donazione devono essere evidenziati lo spirito di libertà del donante e l’arricchimento del donatario.
Prima di procedere con una donazione bisogna essere a conoscenza delle imposte connesse ed in particolar modo delle aliquote determinate sulla base del rapporto che esiste tra donante e donatario. Sono previste delle franchigie, al di sotto delle quali non è necessario corrispondere l’imposta allo Stato.
La donazione si configura come un atto che può avere delle conseguenze impreviste, dal momento che la legge sull’eredità patrimoniale tutela alcune categorie di familiari, definiti “legittimari”, ai quali spetta uno quota di eredità anche di fronte alla mancata volontà del defunto, espressa attraverso un’eventuale donazione.
Eredità legittima e collazione: come si calcola il totale della massa ereditaria, comprese le donazioni
I soggetti considerati “legittimari” dalla legge sono i discendenti, figli e nipoti, gli ascendenti, che sono nonni e genitori, e il coniuge. Ne consegue che se al momento della morte del donante le donazioni risultano lesive dei diritti di un legittimario, quest’ultimo può decidere di agire legalmente per rendere le donazioni inefficaci attraverso l’azione di riduzione. Per essere certi di calcolare tutto l’ammontare del patrimonio al momento della morte del familiare, si attua l’istituto giuridico della collazione che obbliga i figli del defunto e i loro discendenti, nonché il coniuge eventualmente superstite, a conferire nell’asse ereditario quanto ricevuto a titolo di donazione.
Alcune spese sostenute dal familiare a titolo di donazione non rientrano nella collazione e sono le spese di mantenimento e di educazione, quelle per malattie e quelle ordinarie sostenute per abbigliamento o per nozze. Sono soggette a collazione le spese sostenute per assegnazioni fatte a causa di matrimonio, quelle per avviare i discendenti all’esercizio di un’attività produttiva o professionale, quelle per pagare i loro debiti e per pagare assicurazioni sulla vita a loro favore.
Donazione di beni immobili: le imposte da pagare e le tipologie di collazione
Discorso a parte va fatto per le donazioni sugli immobili: in questo caso scattano degli obblighi di pagamento per il donatario, ossia chi riceve la donazione. Quest’ultimo deve corrispondere l‘imposta di donazione e le imposte ipotecarie e catastali, relative alla registrazione catastale dell’immobile. Non è tutto: bisogna considerare anche l’imposta di registro di 200 euro, l’imposta di bollo di 230 euro e la tassa ipotecaria di 90 euro.
Anche i beni immobili donati rientrano nell’azione di collazione in due modi: si può conferire il bene in natura facendo in modo che la casa venga restituita e rientri nella massa ereditaria, o si può imputare il valore alla propria porzione, conferendo all’interno della massa ereditaria una somma di denaro pari al valore della casa ricevuta in donazione.