Il passaggio da SPID e CIE costerà caro agli italiani: la realtà di cui nessuno parla
Con la possibile soppressione dell’identità SPID, che coinvolge ad oggi 34 milioni di italiani iscritti, ci si chiede se il passaggio alla CIE sarà abbastanza facile oppure un vero e proprio incubo.
L’identificativo SPID, ovvero il Sistema Pubblico di Identità digitale è ad oggi il sistema di riconoscimento più usato dalle aziende e dalle pubbliche amministrazioni per quanto riguarda l’identità digitale degli utenti.
Questa modalità di accesso è stata inserita fin dal 2013, andando gradualmente a sostituire versioni più antiquate di accesso come ad esempio il PIN ed il codice fiscale, che si utilizzavano ad esempio anche per l’accesso alla piattaforma INPS.
Ad oggi però la modalità di accesso con lo SPID potrebbe essere definitivamente soppressa dal Governo italiano per far posto definitivamente all’utilizzo della CIE, ovvero la Carta di Identità elettronica.
Cosa potrebbe portare questo cambiamento? Sarà duro per gli italiani o sarà semplice?
Cambio tra SPID e CIE: è davvero cosi prossimo ad avvenire?
Bisogna intanto precisare, cosa molto importante, che lo SPID è considerato un sistema a modello federato; questo che cosa significa? Che vi sono una serie di organizzazioni o di federazioni che si occupano della gestione del sistema SPID con l’obiettivo che non si creino problemi di nessun tipo.
Praticamente quando una persona tenta di accedere con lo SPID ad esempio al sistema di un organo di amministrazione pubblica, questa persona è già parte del sistema di dati che sono stati inviati da queste agenzie e organizzazioni e che permettono di non schedare la persona in questione.
Eppure come si è già detto il Governo Meloni avrebbe deciso di passare il testimone alla CIE cosi da avere solamente una modalità di accesso univoca che valga per tutti e che possa essere condiviso da tutti e la scelta sembrerebbe ricadere proprio sulla carta d’identità elettronica.
Inoltre, mentre SPID è un sistema federato, l’autenticazione mediante CIE dipende da un approccio centralizzato: in questo secondo caso lo Stato accentra a sé tutte le attività di verifica dell’identità degli utenti e di corretta conservazione delle loro credenziali.
La promozione di un’identificazione digitale elettronica e la possibilità da parte dello Stato di controllare gli identificativi di ogni persona sarebbero le ragioni per cui si propenderebbe maggiormente per la carta d’identità elettronica.