Pagati 2 euro l’ora per 12 ore al giorno: fioccano le denunce in Salento
Azienda Tecnova sotto accusa a causa di sfruttamento e riduzione in schiavitù per numerosi migranti. Le condizioni di lavoro erano insostenibili.
Venivano pagati 2 euro all’ora per 12 ore al giorno, weekend incluso. A causa di queste e altre gravose accuse, sono stati presi dei provvedimenti importanti. Comprendiamo insieme la vicenda.
Accade nel Salento, una nota azienda riconosciuta con il nome Tecnova, è finita nel mirino degli ispettori a causa delle disumane condizioni cui riversavano i suoi dipendenti.
L’azienda in questione si occupava della costruzione di impianti fotovoltaici nel Salento. L’accusa mossa nei confronti di chi dirigeva i massacranti lavori riguarda circa 400 extracomunitari costretti non solo a dover lavorare tutti i giorni della settimana con una paga irrisoria, ma anche a lavorare in qualsiasi condizione meteorologica.
Ad essere condannati sono 7 responsabili, la Corte d’Assise di Lecce dichiara l’accusa di associazione a delinquere finalizzata alla riduzione in schiavitù ed estorsione aggravata. Ma c’è anche un piccolo gruppo di assolti. A seguire tutti i dettagli dell’accaduto.
Le condizioni disumane dei dipendenti
La triste vicenda ci fa comprendere quanto oggi sia ancora presente la condizione di schiavitù e come, a pagarne le spese, sono sempre coloro che si ritrovano costretti a dover accettare qualsiasi tipologia di lavoro. E’ già dal 2011 che la squadra mobile di Lecce osservava Tecnova. L’accusa mossa nei confronti dei responsabili, ai tempi, fu quella di aver assunto cittadini extracomunitari sprovvisti di permesso di soggiorno per la realizzazione dei lavori nei campi. A rincarare la dose arrivano però importanti informazioni riguardanti le condizioni in cui tali extracomunitari erano costretti a lavorare. Parliamo di lavori usuranti effettuati dalle 12 alle 20 ore al giorno con un guadagno di 2 euro l’ora e senza alcun giorno di riposo. L’umiliazione, la sofferenza di persone costrette a lavorare senza le dovute attrezzature e precauzioni. “Stiamo peggio dei nostri nonni sfruttati nei campi di cotone”, afferma la parte lesa che chiede di essere risarcita per tutto ciò che ha dovuto subire nel corso degli anni.
La decisione della Corte
La sentenza ha riguardato, nello specifico, 12 imputati. Arrivano pene importanti per i rappresentati dell’azienda Tecnova: Luis Miguel Castellanos Cardenos e Luis Manuel Gutierrez Nunez a 18 anni di carcere; José Fernando Bascunana Martinez a 16 anni; Laura Martin Garcia, Didier Canneto Gutierrez, Andres Feliipe Castellanos, Brahim Lebhihe a 10 anni. Oltre alle accuse, sono arrivate anche le assoluzioni per: Marco Damiano Bagnulo, Manuela Costabile, Cosima De Michele, Tatiana Tedesco, Anna Maria Bonetti.