Lavoro illegale in Italia: “Presi dalla giustizia minorile” | Il dramma riguarda il 40%

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In Italia sono tantissimi i minorenni che dai 7 ai 15 anni hanno già avuto delle esperienze in ambito lavorativo: ecco in che modo iniziano a lavorare fin da cosi giovani ed in quali ambiti.

In Italia 336mila minorenni tra i 7 e i 15 anni hanno avuto esperienze di lavoro, continuative, saltuarie o occasionali, il 6,8% della popolazione di quell’età, quasi 1 minore su 15. Tra i 14-15enni che dichiarano di svolgere o aver svolto un’attività lavorativa, un gruppo consistente (27,8%) ha svolto lavori particolarmente dannosi per i percorsi educativi e per il benessere psicofisico, perché svolti in maniera continuativa durante il periodo scolastico, oppure svolti in orari notturni o, ancora, perché percepiti dagli stessi intervistati come pericolosi.

Dalle stime effettuate si tratta di circa 58mila adolescenti. A scattare la fotografia di un problema che, in quanto fenomeno globale, non risparmia nemmeno l’Italia è Save the Children.In Italia la legge stabilisce la possibilità per gli adolescenti di iniziare a lavorare a 16 anni, avendo assolto l’obbligo scolastico .

L’occasione è data da una nuova indagine nazionale, “Non è un gioco”, presentata oggi martedì 4 aprile a Roma alla presenza, tra gli altri, di Marina Elvira Calderone, ministra del Lavoro e delle Politiche sociali, a dieci anni di distanza dalla presentazione dell’ultima ricerca sul lavoro minorile in Italia.

Il documento evidenzia come il coinvolgimento di ragazzi e ragazze in attività lavorative prima dell’età consentita per legge (16 anni) sia ancora diffuso nel nostro Paese. Tra i 14-15enni, 1 su 5 lavora o ha lavorato e, tra questi ultimi, più di uno su 10 ha iniziato a lavorare a 11 anni o prima.

Ragazzi sotto la giustizia minorile: quanti lavorano

Tra i ragazzi del circuito della giustizia minorile l’incidenza è ancora più alta: più di un intervistato su 3 lavorava prima dell’età consentita. Nel periodo in cui lavorano, più della metà degli intervistati lo fa tutti i giorni o qualche volta a settimana e circa 1 su 2 lavora più di 4 ore al giorno. Ha sottolineato Claudio Tesauro, Presidente di Save the Children:

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«Per molti ragazzi e ragazze in Italia, l’ingresso troppo precoce nel mondo del lavoro, prima dell’età consentita, incide negativamente sulla crescita e sulla continuità educativa, alimentando il fenomeno della dispersione scolastica. Sono ragazzi che rischiano di rimanere ingabbiati nel circolo vizioso della povertà educativa, bloccando di fatto le aspirazioni per il futuro, anche sul piano della formazione e dello sviluppo professionale, con pesanti ricadute anche sull’età adulta».