“Entro il 31 dicembre 2023”: allarme rosso per Giorgia Meloni | Non c’è più tempo

Giorgia Meloni
Giorgia Meloni/ Fonte: Tv-La7

Non si può più aspettare per quanto riguarda il “Piano per il rilancio del paese”: Mattarella attende con ansia la decisione del Governo Meloni per portare a casa il beneficio.

Giovedì scatterà l’ora X per quanto riguarda il PNRR (Piano per il rilancio del paese) dove il tema è stato affrontato in maniera molto energica dal Presidente della Repubblica Mattarella, il quale è in attesa al Quirinale della decisione della Premier Giorgia Meloni sul da farsi.

La questione è stata affrontata dai due in una riunione ai vertici la settimana passata, smentita invece la notizia secondo cui la questione sia stata affrontata anche dal Presidente della Repubblica in riunione con l’ex Premier Mario Draghi.

La scadenza è prevista appunto entro il giorno 25 Aprile, festa della Liberazione, ma il voto del Senato sulla questione dovrebbe arrivare già dopo il periodo delle feste pasquali. Prolungato invece il voto della Camera, che comunque dovrebbe arrivare sempre entro la data di scadenza.

Ma cosa implica il supporto del PNRR per quanto riguarda le casse statali?

PNRR: ecco cosa significa per le casse statali

Con i fondi messi a disposizione per l’Unione Europea, di cui usati effettivi sono stati solo il 46%, l’Italia si prepara ad avere un grosso budget da investire entro il 31 dicembre 2023.  I fondi messi in gioco dall’Italia vanno utilizzati.

Ma dove sarebbe la pioggia di soldi che deve dunque arrivare quest’anno proprio in Italia? Si tratta dell’avanzo di soldi che non sono stati spesi e dunque che l’Italia dovrà spendere prima della fine dell’anno attuale, ovvero prima della fine del 2023. E non si parla di spicci.

Parliamo infatti di un 46% della quota totale, ovvero di ben 29,8 miliardi di euro, a fronte dei 35 miliardi già spesi a data odierna dei miliardi messi a disposizione.

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Le previsioni però non sono proprio dalla nostra parte, dato che secondo la Nadef, che conta anche le previsioni sul piano Pnrr, la spesa a fine anno non arriverà a toccare neanche la metà dei fondi investiti. Come dichiarato dall’Ufficio studi della Cgia di Mestre (Venezia) dei 19,9 miliardi di risorse europee da “mettere a terra” entro la fine di quest’anno, 15,3 sono in capo allo Stato centrale (Progetti Pon, Fesr e Fse) e 4,6 alle Regioni.

Al 31 dicembre scorso, dei 21,2 miliardi finanziati dall’Ue e gestiti dalle Regioni, 16,6 sono stati spesi e gli altri 4,6 dovranno esserlo entro quest’anno.