Solo colpa loro per il crack bancario | Si prendessero le loro responsabilità
Dopo la caduta della Silicon Valley Bank che ha portato non poco scompiglio nel sistema bancario, con anche la discesa a picco di Bitcoin, ci si chiede: perché le agenzie di rating non lo hanno previsto?
Non si può negare, soprattutto dopo gli eventi degli ultimi giorni, che i mercati finanziari siano in crisi profonda, nera. La questione della Silicon Valley Bank Svg, non è rimasta indifferente agli occhi della maggioranza di persone nel mondo, dato che a provocato anche la conseguente caduta di Bitcoin.
Eppure si dice che, precedentemente al giorno che definitivamente ha segnato il default bancario, la previsione aveva già dato delle minusvalenze nei portafogli dei titoli di borsa già a partire dall’anno scorso, eppure come mai le agenzie di rating hanno continuato a mantenere il giudizio di investment rate fino all’ultimo minuto?
La grande mancanza di queste dunque è certamente collegata con il crollo, come anche era successo con altri gravosi casi precedenti a questo come il famoso Crack Parmalat-Cirio e soprattutto come non dimenticare la bolla immobiliare che ha causato il conseguente fallimento di Lehman Brothers che ha portato alla conseguente crisi finanziaria del 2008.
Eventi dunque che riportano anche ad una complicità delle agenzie di rating, le quali hanno principalmente sempre creato problematiche molto gravi da 10 o 15 anni a questa parte.
I casi di crack finanziari più famosi: ecco cosa c’entrano le agenzie di rating
Dunque nella crisi finanziaria attuale, come anche nelle precedenti che abbiamo delineato, le agenzie di rating hanno un ruolo fondamentale? Assolutamente si. Si parla delle “tre sorelle”: Moody’s, Standard & Poor’s e la Fitch.
Ricordiamo che in particolare per il nostro paese, le previsioni di queste agenzie sono state davvero nefaste, arrivando a far posizionare l’Italia all’ultimo gradino di investment grade (affidabilità di investimento). Questo grado deve far sempre accendere una “red flag”, dato che è il grado minimo a rischio speculativo e sotto questo grado troviamo il no investment, dove si arriva ad avere tassi di interesse sempre più alti ed a più lunga durata, sino ad arrivare al graduale fallimento.
Bisogna però certamente dare una nota di demerito sulla prevedibilità d’azione di queste agenzie, dove solitamente si prendono decisioni che sembrano più di carattere politico piuttosto che economico.
Ci si chiede anche come mai si continua a dare fiducia a queste agenzie, soprattutto dopo che durante il crollo del mercato finanziario del 2008, erano state processate come colpevoli anche dal Senato Americano, dato che sembrerebbe avrebbero distribuito a man bassa rating altissimi AAA a titoli e derivati finanziari che poco dopo sarebbero crollati.