“Impossibile accedere al sito”: accesso bloccato in Italia | Scandalo dati rubati
Il Garante per la privacy dice stop a ChatGtp. È stata disposta la limitazione provvisoria a causa di una mancata motivazione circa la destinazione dei dati degli utenti da parte di OpenAI.
L’autorità precisa anche che la società OpenAI, gestore di ChatGtp, non disporrebbe di sistemi appropriati per la verifica dell’età degli utenti, in particolar modo dei minori.
Stop al servizio ChatGtp, il Garante per la privacy ha dovuto effettuare una difficile scelta per bloccare il servizio che, tramite l’intelligenza artificiale, era in grado di simulare conversazioni umane. Tra le principali motivazioni del blocco vi è il mancato rispetto della privacy degli utenti.
Nel mentre, la società OpenAI continua a sognare in grande e, nonostante la disposizione del Garante, perfeziona il suo nuovo progetto: ChatGtp-5. Si tratta di un software di intelligenza artificiale ulteriormente potenziato a tal punto da essere indistinguibile rispetto all’essere umano.
Purtroppo, la nota società di ricerca sull’intelligenza artificiale rischia ora una multa fino a 20 milioni di euro a causa di diverse negligenze. Cerchiamo di comprendere insieme le dinamiche dell’accaduto.
Shock ChatGtp: raccolta illecita di dati
La sicurezza è uno dei cardini principali delle navigazioni in internet ed è quello che, dopo diversi controlli, ci si è resi conto che mancava ai sistemi ChatGtp. Già lo scorso 20 marzo, la società OpenAI aveva subito un’importante perdita dei dati che riguardavano le conversazioni tra gli utenti e tutte le informazioni inerenti a dati di pagamento. A pesare sulla scelta del Garante sarebbe anche l’assenza di una base giuridica che giustifichi questa importante raccolta e conservazione dei dati personali degli utenti per dagli in pasto agli algoritmi. Purtroppo, la maggior parte delle volte, le informazioni che il servizio ChatGtp forniva non erano attinenti alla realtà e questo ha causato un traffico di dati inesatti.
Il provvedimento del Garante contro OpenAI
Le posizioni del Garante della privacy sono ben chiare e ciò è possibile evincerlo dal comunicato pubblicato sul sito ufficiale garanteprivacy.it: “Il Garante privacy rileva la mancanza di una informativa agli utenti e a tutti gli interessati i cui dati vengono raccolti da OpenAI, ma soprattutto l’assenza di una base giuridica che giustifichi la raccolta e la conservazione massiccia di dati personali, allo scopo di “addestrare” gli algoritmi sottesi al funzionamento della piattaforma”. L’altro dato che graverebbe sulla situazione già precaria di OpenAI è la mancanza di filtri per la verifica dell’età degli utenti. Ma in che modo il Garante intende intervenire? “OpenAI, che non ha una sede nell’Unione ma ha designato un rappresentante nello Spazio economico europeo, deve comunicare entro 20 giorni le misure intraprese in attuazione di quanto richiesto dal Garante, pena una sanzione fino a 20 milioni di euro o fino al 4% del fatturato globale annuo”.