Si è sviluppato da ultimo un movimento di truffatori che si fingono Amazon. Vediamo come tutelarsi.
Amazon è il marchio di e-commerce per eccellenza, che riscuote la fiducia di milioni di consumatori che ogni giorno vi fanno acquisti.
Il suo nome è garanzia di qualità, e pertanto dei truffatori hanno ben pensato di sfruttare tale marchio, con la conseguente fiducia che riscuote, per attuare i propri raggiri. Scopriamone di più, e in particolare su come tutelarsi da essi.
La truffa in questione si appoggia molto sulle false conferme di ordini, nella misura di almeno il 50% dei casi di truffa a tema riscontrata. È Amazon stessa a riscontrarlo e a renderlo noto a tutti gli utenti. È ovvio che i truffatori non possono sapere se l’utente ricettore del loro messaggio abbia effettivamente ordinato un pacco su Amazon.
Ma visto il largo uso che viene solitamente fatto per la piattaforma di e-commerce più estesa su scala globale, è molto facile che in diversi casi ci si azzecchi. L’ignaro utente così riceve un messaggio mail relativo ad un suo ordine Amazon, e si segnala il pacco in giacenza da qualche parte e di una procedura per “sbloccarlo”. Procedura che ovviamente richiederà dati sensibili, in particolare quelli di pagamento.
Quest’ultima è una modalità online che gira in rete già da parecchio. Ma vi è anche un’altra fattispecie, quella cui si faceva inizialmente riferimento e che riguarda ormai il 50% dei casi circa. In molti casi si riceve un messaggio che segnala un ordine su Amazon che l’utente sa bene di non aver compiuto. Nella stessa mail vi è il link funzionale alla cancellazione dell’ordine.
Ebbene, mai cliccare su tale link, poiché esso conduce ad una procedura guidata per sottrarre, ancora una volta, dati sensibili al malcapitato. Stessa cosa dicasi per il numero del servizio clienti, anch’esso fasullo e fuorviante. Se si contatta il numero, l’utente avrà a che fare con un servizio fittizio che chiederà a voce i dati della procedura che si apre col link.
La truffa non è ad opera di un singolo gruppo di truffatori, ma è un fenomeno molto esteso. Tanto che la stessa Amazon fa sapere di aver denunciato dall’inizio dell’anno più di 100 truffatori sparsi per il mondo. In totale rilevati 20.000 siti di pishing e 10.000 numeri di telefono volti a commettere le truffe finora.
