Disastro per gli italiani: lo ha deciso la Banca Centrale Europea | Bisognerà pagare 255 euro in più
Sul fronte mutui, si va incontro ad un aumento degli importi delle rate. Scopriamone le dinamiche.
La Presidente della Banca Centrale Europea, Christine Lagarde, ha dichiarato in una recente intervista del potenziale e ulteriore aumento dello 0,5%, in sede di revisione dei tassi d’interesse, alla prossima riunione istituzionale.
Se l’ipotesi messa in campo venisse confermata, ci ritroveremmo innanzi al sesto aumento del tasso d’interesse consecutivo. L’ultimo vie era stato in data 2 febbraio, sempre dello 0,5%.
Il rialzo del tasso d’interesse bancario in sede Ue, e l’effetto sui mutui
Parliamo degli effetti di una politica monetaria restrittiva che, dallo scorso luglio, è in attuazione da parte della BCE. I relativi effetti sui mutui si è fatto sentire, e i consumatori che intendano acquistare casa hanno già subito delle perdite di potere d’acquisto, stanno quindi spendendo gradualmente una somma nettamente superiore a quella attesa all’inizio per l’acquisto della propria casa.
Ma non è detto che gli effetti si siano esauriti. Naturalmente, gli effetti di cui sopra hanno riguardato, e forse continueranno a riguardare, i titolari di contratti di mutuo a tasso variabile. Chi, infatti, aveva già stipulato un mutuo a tasso fisso, prima della nuova tendenza della BCE, non ha riscontrato problemi. Ma, oltre da chi lo abbia stipulato a tasso variabile, i relativi effetti sono percepibili anche da chi si appresti in questo periodo a contrarre un mutuo a tasso fisso.
Irs ed Euribor
Il valore dell’Interest rate swap (Irs) è di fatto triplicato, e sebbene vi sia concorrenza fra le banche nell’offrire le condizioni di mutuo, si fatica a trovare delle offerte interessanti, almeno in detto periodo. La somma tra Spread (l’interesse stabilito dalla banca) e l’Irs ci dà l’interesse complessivo per i mutui a tasso fisso. Mentre la somma tra Spread ed Euribor (il tasso di mercato per mutui a tasso variabile) ci dà l’interesse complessivo per quelli a tasso variabile.
Se la condizione predetta si realizza, chi ha stipulato a tasso variabile, in termini concreti, può subire un nuovo rincaro sulla rata media pari a 35 euro. Il che, sommato con i rincari già intervenuti a livello centrale del tasso, comporterebbe una spesa media aggiuntiva di ben 197 euro per rata. Oltretutto, a parte l’incontro del 16 marzo, l’Euribor potrebbere crescere ulteriormente a detta degli analisti, nei prossimi tre mesi.
Ci si può attendere per il medesimo a giugno, un valore soglia del 3,4%, con un aumento che sulla rata media arriverebbe a 255 euro. Si verifichi pertanto se possibile una surroga contrattuale, con passaggio dal tasso variabile al tasso fisso, che in questo momento può rivelarsi molto conveniente per limitare gli effetti. La situazione sarebbe comunque da valutare con il proprio consulente finanziario, anche alla luce dei prossimi sviluppi. Sarebbe saggio, a questo punto, attendere il vertice istituzionale del 16 marzo.