Cosa accade alla celeberrima distribuzione a marchio Conad? Lo scopriamo nei dettagli.
Per molte catene di supermercati, il 2022 non è stato un anno da ricordare, e il 2023 si prospetta ancora peggio. Sono subentrate delle scelte sbagliate sul piano gestionale, ma anche delle situazioni obiettivamente difficili in alcuni territori.
Fatto sta che il quadro per la grande distribuzione in Italia sta mutando. Conad rientra fra i marchi a farne le spese, e a questo proposito vediamo come.
Qual’è dunque la situazione che interessa Conad? Il noto marchio distributivo soffre la situazione conseguente al rincaro delle materie prime. Se è per questo, non è il solo marchio a risentirne. La situazione anzidetta è quella scaturita dalla guerra in Ucraina. Si è parlato diverse volte di questo tema e delle sue ripercussioni nei riguardi del settore energetico.
Ora, anche il settore della distribuzione, in materia di supermercati, non ne è affatto esente. Il rincaro delle materie prime ha condotto inevitabilmente ad un rincaro sui beni finali. In pratica, Conad e diversi altri marchi, non possono permettersi di mantenere i prodotti della stessa qualità al prezzo precedente. La situazione è divenuta di conseguenza più difficilmente gestibile a livello locale, dove a complicare il discorso sono subentrate scelte gestionali sbagliate (d’altronde più difficili da assumere).
In linea di massima, la clientela tende a cambiare punto vendita, e diversi punti vendita Conad in Italia sono stati costretti alla chiusura. La crisi si riflette sul personale, in quanto una quota rilevante di esso ha perso il posto di lavoro. Certo, una parte si è potuta salvare con trasferimenti in altri punti vendita della catena, ma ciò si è potuto attuare limitatamente.
La struttura interna dell’azienda Conad rimane nonostante tutto ben salda, e non si può ragionare in termini di una sua chiusura. Ma rimane il problema connesso ai singoli punti vendita. Dopo la situazione trascorsa a partire dallo scoppio della guerra in Ucraina fino a tutta la rimanente parte del 2022, il 2023 mette altresì a dura prova la distribuzione e in molti fra i dipendenti sono preoccupati.
La clientela persa si sposta verso punti vendita più economici, come i supermercati discount, tanto per fare un esempio. Ciò porta a pagare prezzi minori alla cassa, e anche se a risentirne è la qualità del prodotto. D’altro canto, la clientela manifesta in buona parte delle necessità legate alla tenuta del livello di spesa quotidiana, a parità di prezzo, per il quale era abituata.