Pensione di reversibilità, stavolta succede davvero: le nuove cifre

pensione di reversibilità
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La virata fondamentale del Governo sul tema delle pensioni di reversibilità e gli aumenti promessi: sono già accaduti a partire da Gennaio e con certezza andrà sempre meglio. Vi spieghiamo i cambiamenti fondamentali.

Finalmente è ufficiale la conferma di aumento da parte del governo della pensione di reversibilità,  aumento complessivo dell’8,8%, composto da una rivalutazione piena del 7,3%, cui si aggiunge un ulteriore 1,5% come misura straordinaria una tantum per il 2023, che passerà al 2,7% nel 2024.

Un cambiamento estremamente significativo dato che fino all’anno scorso, al 2022, la percentuale era al al 7,3%. Si andrà dunque, con percentuali variabili, dal 100% previsto per gli importi fino a 2.100 euro lordi al mese, al 32% previsto per gli importi superiori ai 5.251 euro lordi mensili.

Ma questo in parole povere cosa significa in termini di aumento effettivo economico? Significa che ad esempio una persona che ha una pensione di 1000 euro al mese avrà un aumento netto di 73 euro.

Ma che cos’è la pensione di reversibilità? E chi ne può usufruire? Vediamolo insieme.

Pensione di reversibilità: ecco a chi è dedicata

La pensione di reversibilità è un aiuto statale per i parenti dei lavoratori deceduti che non hanno fonti di ingresso economico o ancora raggiunto un’età pensionabile. Nel secondo caso il trattamento previdenziale viene definito “pensione indiretta” e spetta solo qualora il soggetto abbia maturato 15 anni di anzianità contributiva e assicurativa o 5 anni di anzianità assicurativa e contributiva, di cui minimo 3 nei 5 anni precedenti la data del decesso. Inizialmente, quando è stata istituita, questa forma pensionistica spettava solo alla moglie, ma successivamente è stata ampliata anche a figli e marito.

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Ma chi ha diritto effettivo a questo supporto previdenziale? Ne hanno diritto:

  •  il coniuge o il soggetto unito civilmente con il deceduto;
  • i figli superstiti, se studenti di scuola media secondaria di età compresa tra i 18 e i 21 anni, a carico del genitore deceduto, purché non svolgano attività lavorativa;
  • i figli studenti universitari per tutta la durata del corso di laurea, ma non oltre i 26 anni, sempre se a carico del genitore deceduto e purché non svolgano attività lavorativa; i figli inabili, a prescindere dall’età, purché a carico del pensionato;

La pensione di reversibilità spetta anche anche ad un coniuge precedentemente divorziato, con la prerogativa però che questo non si sia risposato successivamente o che il divorzio sia stato stabilito precedentemente alla morte dell’altro coniuge. L’assegno verrà erogato direttamente dall’INPS.