L’epidemia più mortale al mondo mette paura all’Oms: l’allarme
Nuova emergenza sanitaria emanata dall’Oms, intanto crescono i casi di febbre di Marburg, al momento se ne contano 25.
Il Governo della Guinea ha allertato le autorità e la decisione dell’Organizzazione Mondiale della Sanità ha deciso di agire tempestivamente per evitarne la diffusione.
Quando ormai si stava per tirare un sospiro di sollievo dalla situazione di estrema attenzione legata al Covid-19, ecco che si riaccende l’allerta, ma per un altro tipo di malattia.
In questi giorni in molti riferiscono la probabilità che la febbre di Marburg possa diffondersi sempre di più, ma nello specifico di cosa parliamo? Il virus in questione è già stato presente in passato sulla scena mondiale.
A differenza del Covid o tanti altri virus non è stato possibile debellarlo con l’utilizzo di vaccini, ed è questo che renderebbe la condizione della febbre di Marburg la più temibile fra tutte.
I sintomi iniziali della Febbre di Marburg
L’Oms si mostra estremamente preoccupata nei confronti di una nuova potenziale minaccia mondiale. Si tratta, infatti, di un virus molto simile a quello conosciuto come “Ebola” e, contrarlo potrebbe mettere in serio rischio la propria salute. Ma quali sintomi manifesta? I primi sintomi legati spetto a tale infezione sono:
- febbre;
- debolezza;
- problematiche a carico dell’apparato gastrointestinale (vomito e diarrea) legati a perdite ematiche.
Il virus in questione oltre ad essere molto pericoloso perché ha probabilità di condurre alla morte pari all’88%, è anche considerato come uno dei virus altamente infettivi. La trasmissione avviene per mezzo di liquidi corporei, quindi attraverso il contatto di saliva, urina, sangue, sperma.
L’allarme da parte dell’Oms
Le prime segnalazioni arrivano dalla Guinea dove circa 25 persone hanno fatto esperienza di febbre emorragica virale. Allo stato attuale delle segnalazioni oltre ai 25 infetti, risultano anche circa 9 persone decedute a causa della febbre di Marburg. L’Organizzazione Mondiale della Sanità ha attualmente bloccato i collegamenti con il distretto di Kie-Ntem che confina con Camerun e Gabon. Il primo obiettivo è quello di rivedere gli errori del passato ed evitare che questi focolai possano espandersi.