Tfr, novità per i lavoratori statali. Entra in campo l’INPS
Novità per quanto concerne il Tfr. I lavoratori non hanno che di informarsi per sapere in che cosa consiste. Nulla di preoccupante, anzi! E da che cosa è dovuto questo cambio? Tutto quel che c’è da sapere. Prendete nota e mettetevi in moto!
In ogni caso è doveroso sottolineare fina da subito che ciò riguarda solo un ristretto gruppo di persone . Inoltre si tratta di qualcosa che è fattibile solo da pochissime ore, in particolare la 1 febbraio 2023, c’è di mezzo l’INPS. E ora tirare un bel sospiro di sollievo e preparatevi alla lieta novella!
Il 2023 è da poco iniziato e ha già messo in atto in ambito finanziario ed economico molte novità e svariati cambiamenti. Al di là della proroga e dell’attuazione di Bonus e Super Bonus indetti dal Governo, ci sono stati altri cambi, che hanno attirato l’attenzione degli italiani.
Certamente il tema pensioni ha tenuto banco, così come la questione assai spinosa del Reddito di Cittadinanza. Tuttavia ora a rubare la scena c’è un altro argomento molto importante e che, dati e sondaggi alla mano, è ancora sconosciuto ai più. Il che è un vero peccato vista la sua importanza. Di che cosa si tratta?
In poche parole si tratterebbe del Trattamento di fine rapporto anticipato dall’INPS. Sì, d’accordo tutto molto interessante, ma a che costo? Quanto dovremmo sborsare per poterlo richiedere? Dovremo mettere fin troppe volte mani al nostro amato portafoglio o al nostro conto corrente?
Il messaggio dell’INPS
Vi riveliamo che lo fareste pagando un interesse – udite udite – fino a ben 4 volte in meno rispetto a quel che paghereste se vi affidaste alla banca. L’ente ne ha dato la comunicazione tramite il messaggio n 430, inviato lo scorso 30 gennaio 2023. E quanto ci sarà da attendere per ottenerlo?
L‘INPS ci fa sapere che non supereranno i sei mesi di attesa. Ovviamente potranno usufruirne tutti gli statali che non hanno ancora provveduto a richiederlo e nemmeno beneficiato di anticipi da parte delle già nominate banche. Tra l’altro chi ha deciso di affidarsi a queste ultime dovrà aspettare la bellezza di 24 mesi per vedere la tanto agognata e sofferta buona uscita.
Infine sottolineiamo che tutti coloro che decideranno di aderire alla misura affidandosi all’INPS dovranno versare a suddetta Ente l’1% annuo a titolo di interesse, oltre che uno 0,5% una tantum per relative spese. Tuttavia c’è un requisito da rispettare, quale? Quello di aver confermato adesione al fondo credito presso la stessa istituzione al quale del resto quasi tutti i lavoratori pubblici sono iscritti.