Tfr, buone notizie per i lavoratori: ‘grazie’ all’inflazione
No, non ci sono cattive notizie per gli italiani che non ne possono davvero più dei continui rincari, che hanno toccato praticamente tutti gli ambiti. Arrivano dei soldini in più per loro. Tfr alti. Ancora di più rispetto al 2022 appena concluso? Come stanno davvero le cose?
Sta tenendo banco più che mai la questione dei famosi Tfr più alti che negli ultimi mesi ha suscitato felicità nel cuore di molti italiani. Ovviamente vedere qualche soldino in più sul proprio conto male non fa. E non lo fa soprattutto ora che vige ancora un momento di grande crisi economica.
Tantissime persone, soprattutto sui Social, che sono una grande vetrina oggi più che mai, ne parlano e continuano a chiedersi come tutto questo sia potuto accadere. Beh, in realtà i motivi sarebbero tristemente noti, dal momento che sono attribuibili all’incredibile crisi economica mondiale ancora in corso e che purtroppo non accenna, nemmeno minimamente, a diminuire.
Se da un lato era già molto forte con l’avvento del Covid-19, con l’arrivo del conflitto ucraino ha subito una paurosa impennata. E poi eccola l’odiatissima inflazione che non ci lascia scampo e che ha spinto anch’essa i tassi di rivalutazione delle prestazioni assistenziali e pensionistiche anche per quel che concerne il Tfr.
Ricordiamo poi che quest’ultimo è soggetto a una rivalutazione annuale e che quando è stato calcolato nel 2022 è risultato particolarmente alto proprio per via dell’adeguamento all’andamento della già nominata inflazione. Un argomento del quale si sta parlando da mesi anche sui giornali e al Tg.
L’aspetto è positivo
E dal momento che essa, la cara inflazione, è alle stelle pure ora, non possiamo aspettarci, salvo clamorosi cambiamenti in tale direzione, che la situazione possa cambiare, perlomeno repentinamente. E questo è un aspetto molto importante e pertanto da tenere in seria con considerazione da tutti quanti.
L’alta rivalutazione del Tfr per i lavoratori possiede il vantaggio del versamento del relativo onere fiscale. In poche parole i lavoratori squisitamente dipendenti che incassano la liquidazione del Tfr devono di fatto pagare un’imposta sostitutiva al 17% sulle somme rivalutate.
E tale tassazione è in grado di ridurre di molto il contestato aumento del trattamento da ricevere. E ciò può dunque far tirare un bel sospiro di sollievo a tanti italiani che sono fortemente provati dai problemi economici e che faticano in molti casi ad arrivare a fine mese. Ora siete pronti a rilassarvi almeno un pochino?