Supermercati con prezzi da record: i consumatori chiedono il taglio dell’Iva
Le associazioni di consumatori richiedono il taglio dell’Iva sui beni di prima necessità al supermercato a causa della crescente inflazione.
I prezzi non accennano a diminuire, l’inflazione ha prodotto una serie di reazioni a catena che hanno portato al progressivo aumento dei beni di prima necessità.
In Italia, più che in altri Paesi europei, l’inflazione ha causato dei danni irreparabili, soprattutto per quanto riguarda il settore economico che più interessa alle famiglie italiane. Queste ultime, infatti, stanno riscontrando seri problemi a sostenere le varie spese quotidiane.
Per questo, le associazioni dei consumatori hanno iniziato a scendere in campo per protestare contro l’aumento dei prezzi, soprattutto al supermercato. La loro richiesta è ben chiara e riguarda il taglio dell’Iva per alcuni beni in particolare.
Il governo riuscirà a prendere in considerazione anche un temporaneo taglio dell’Iva per cercare di aiutare le famiglie italiane in difficoltà? Cerchiamo di fare maggiore luce su tale argomento.
Prezzi da record al supermercato, quali sono gli aumenti?
Come già affermato, l’aumento dei prezzi ha dato il via ad una dura protesta da parte delle associazioni dei consumatori italiani. Ma cosa ha spinto tali consumatori a protestare, a quanto ammontano gli aumenti di cui tanto si parla? Per rispondere a tale domanda faremo riferimento allo studio dell’Unione nazionale consumatori 2022 che ha condotto importanti ricerche e analisi inerenti gli aumenti del cibo al supermercato. Si stima che le famiglie italiane, durante il 2022, abbiano speso circa 63,3 euro in più in vegetali freschi rispetto agli anni precedenti. Ad aumentare non è solo la verdura che ha avuto un rincaro del 14,3%, ma anche la frutta con un +7,3% e formaggi e latticini con un +8,6%. Insomma, ogni famiglia ha dovuto spendere molto di più rispetto a quanto spendeva negli anni precedenti. Continuiamo fornendo i dati inerenti all’aumento di pollame (+13,5%), carne bovina (+5,9%), salumi (+5,1%), pesce fresco (+8,3%), il pane (+11%) e la pasta (17,3%). Ma il vero e proprio record dell’inflazione va aggiudicato al prezzo degli oli diversi dall’olio di oliva che sono stati venduti con un prezzo che supera il 51,5%.
Sgravio sull’Iva per gli alimenti
Dati alla mano, la situazione appare molto critica. Basti pensare che nel 2022 le famiglie italiane, in totale, hanno speso 13 miliardi di euro al supermercato, di cui solo 2,6 miliardi di euro è rivolto a pane e pasta. Parliamo di cifre molto consistenti. Allora come risolvere questa insidiosa situazione? In molti hanno richiesto il taglio dell’Iva sui beni di prima necessità. Tale piano già era stato abbozzato dall’ex ministro della Pubblica amministrazione, Renato Brunetta. Il piano in questione prevedeva l’azzeramento momentaneo dell’Iva per i prodotti alimentari di prima necessità, come pane, pasta, olio d’oliva, farina. Al momento il piano è ancora in una situazione di stallo perché per poterlo applicare bisognerebbe avere a disposizione un’ingente quantità di denaro che il governo, al momento, non può permettersi di pagare.