Grandi, grandissime novità, per alcuni lavoratori. Stipendi aumentati in busta paga nel mese attualmente vigente. Ma se loro possono brindare e festeggiare come si deve all’ascolto della lieta novella, lo stesso non si può dire per le famiglia italiane.
Che stangata vera e propria per molti capi famiglia, che sono già fortemente provati dai continui rincari che non accennano affatto a diminuire che hanno letteralmente invaso ogni settore, compreso quello alimentare. Per quale ragione saranno loro a rimetterci? Ve lo spieghiamo noi senza troppi giri di parole!
Il 2023 tanto atteso è da poco iniziato e il Nuovo Governo Meloni ha lavorato e sta ancora lavorando per l’attuazione di nuove agevolazioni, nonché per la creazione di Bonus e persino Superbonus. Lo scopo è quello di dare un’ulteriore mano agli italiani che da mesi e mesi stanno vivendo una situazione molto difficile dal punto di vista economico.
La crisi si è fatta sentire molto forte e purtroppo non accenna a diminuire. Gli aumenti, in alcuni caso davvero stellari, in bollette, di luce e gas in primis, così come di molte altre spese essenziali, hanno messo letteralmente in ginocchio molte famiglie, per lo più quelle numerose e che hanno sulle proprie spalle figli non ancora in grado di mantenersi dal punto di vista economico.
E ora per alcune di loro è purtroppo prevista una cattiva notizia, che però dall’altro lato farà assai felici altre persone. Stiamo parlando di tutti coloro che fanno parte del gruppo, decisamente assai nutrito, dei lavoratori domestici, quindi colf, badanti, baby sitter, autisti ma anche cuochi e altre persone che lavorano in ambito domestico a contratto a tempo indeterminato.
A stabilire tale aumento di stipendio per codesta categoria è stato il Contratto nazionale del lavoro domestico, e in particolare l’Articolo 38. Il testo tra l’altro prevede un adeguamento di tipo annuale dei livelli minimi della retribuzioni, in base della tanto temuta e chiacchierata inflazione.
Come attuale punto di riferimento è stato preso quello Istat del 30 novembre di tutti gli anni. In ogni caso, ed è doveroso sottolinearlo per dovere di cronaca, spetta solo a una commissione nazionale formata sia dai sindacati che dai datori di lavoro, aggiornare poi nella maniera più congrua possibile le retribuzioni annuali. E se dovesse mancare l’accordo, sappiate che scatta in maniera del tutto automatico l’adeguamento che è – udite udite – esattamente pari al’80% dell’inflazione e al 100% per quel che concerne i valori sia del vitto che dell’alloggio.
Tuttavia molti si chiederanno a quanto di concreto aumenteranno in busta paga gli stipendi della categoria in oggetto. Possiamo parlare di aumenti che andranno da un minimo di 109€ a una cifra massima di 145€ mensili per ogni singolo lavoratore. Questi ultimi riguarderanno i lavoratori conviventi. Aumenteranno poi anche contributi da versare per tutti quanti . Insomma, se la categoria può sorridere, un po’ meno lo potranno fare i datori di lavoro che in questo caso sono le famiglia italiane, che dovranno necessariamente adattarsi a questo cambio di direzione.