Chi va in pensione nel 2023 ottiene una pensione più ricca, perché si alza l’importo dell’assegno pensionistico? Cosa sta accadendo? Vediamo quali sono gli aumenti previsti.
Durante l’anno corrente i nuovi pensionati avranno una bella sorpresa grazie all’aumento dei coefficienti di trasformazione che si adeguano al costo della vita. Fare domanda di pensione nel 2023 conviene, scopri subito perché.
È stato pubblicato, il giorno 1 dicembre 2022, il decreto direttoriale nella Gazzetta Ufficiale. Al suo interno è presente un importante aggiornamento relativo al coefficiente di trasformazione riguardante i montanti contributivi. Dati fondamentali per l’INPS che stabilisce l’importo della pensione 2023-2024.
L’aumento della quota pensionistica riguarda chi decide di inviare la domanda di pensionamento nel 2023. Ma questa non è l’unica novità dell’ultimo aggiornamento dei valori comunicato a fine 2022. Il cambiamento porta anche delle conseguenze sulla pensione, in particolare sugli importi di chi ha fatto domanda nel 2022 che sono minori rispetto a chi richiede di uscire dal mondo del lavoro nel 2023. Questo accade nonostante la stessa età, anni di lavoro e gli stessi contributi versati.
Oltre a conoscere i dati sull’aggiornamento del trattamento previdenziale, è importante anche sapere che non tutti i lavoratori potranno ricevere l’aumento. Solo alcune specifiche categorie di lavoratori che fanno richiesta di pensionamento nel 2023 – 2024 può ottenere un assegno mensile più alto.
Per sapere chi ne ha diritto si deve avere il calcolo della pensione annuale utilizzando il sistema di calcolo contributivo. Ma esattamente chi può avere l’aumento? Ecco le persone che potranno usufruirne:
Il ricalcolo del sistema di contribuzione è un metodo applicato fin dal 1995 grazie alla verifica dei coefficienti di trasformazione. Un sistema che permette di avere un graduale aumento del trattamento previdenziale a pari contributi ed età.
L’aggiornamento della pensione 2023 prevede un aumento che si aggira intorno al 2,5%, anche se la valutazione e il coefficiente di adeguamento deve essere valutato a seconda dell’età del neo pensionato. Infatti per coloro che hanno 57 anni i coefficienti partono da 4,7% e raggiungono il 6,66% se il lavoratore ha compiuto 71 anni.
Nel caso in cui chi richiede la pensione nel 2023 ha 60 anni compiuti, la percentuale è di 4,62% e sale a 5,35% se l’età del contribuente è di 65 anni di età. Per stabilire la giusta quota mensile di trattamento previdenziale è, quindi, necessario considerare i montanti contributivi dei singoli lavoratori moltiplicandolo per il giusto coefficiente di trasformazione. Il calcolo totale lordo della pensione andrà poi suddiviso per 13 mensilità,