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Caro benzina, i prezzi aumentano ma scattano le sanzioni per i distributori

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La decisione di non prorogare il taglio delle accise è stata molto contestata sia da esponenti dell’opposizione che della maggioranza, la Meloni però difende la sua scelta.

Il prezzo del carburante ha cominciato ad aumentare già un minuto dopo l’inizio del nuovo anno tanto che nel web è stato inondato di video in cui i prezzi mostrati al pubblico cambiavano avendo sullo sfondo i fuochi d’artificio di Capodanno.

Il taglio alle accise era stato deciso dallo scorso Governo in quanto, a causa della guerra tra Russia ed Ucraina con conseguente scarsità di carburante e dell’inflazione, i cittadini si sono ritrovati a pagare somme sempre più alte settimana dopo settimana. La situazione vissuta dalle famiglie in cui per lavoro c’era la necessità di guidare a lungo era diventata così insostenibile da meritare una misura emergenziale.

A distanza di mesi la situazione non sembra particolarmente migliorata e, poiché il provvedimento riguardante il taglio delle accise è terminato il 31 Dicembre, la Meloni ha deciso di non prorogarlo, preferendo misure alternative e più strutturali, come l’inserimento di obblighi rivolti ai distributori.

La Meloni ha difeso apertamente la scelta, dicendosi tra l’altro molto delusa dagli esponenti del Governo che si schierano sui giornali ed in TV contro un’idea che dovrebbe essere comune a tutta la maggioranza.

Come il Governo combatterà il caro benzina

La premier, insieme al Ministro dell’Economia e della Finanza Giorgetti ha di recente esposto tutti i provvedimenti e gli aiuti che verranno attuati durante i prossimi mesi, tra cui ad esempio la possibilità per le aziende di garantire ai dipendenti dei buoni benzina fino a 200 euro che, come è stato assicurato, non formeranno reddito da lavoro.

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Un altro grande focus è stato inoltre posto sul Decreto Trasparenza, che consiste in un obbligo posto ai distributori nazionali, i quali dovranno specificare in maniera evidente il prezzo medio nazionale del carburante. In questo modo gli automobilisti potranno scegliere liberamente il distributore che meno risulta essere distante rispetto alla media fornita quotidianamente dal Ministero delle Imprese.

Le stazioni di servizio che non applicheranno tale modifica potrà rischiare, oltre alle sanzioni, anche la sospensione dell’attività per un periodo compreso tra 7 e 90 giorni. Il Governo ha anche dichiarato di voler introdurre un decreto in cui viene imposto un tetto massimo al prezzo del carburante dei distributori presenti sulle autostrade infatti, secondo le associazioni dei consumatori, il prezzo in alcune stazioni di servizio avrebbe raggiunto addirittura i 2,50 euro al litro.