Rivalutazioni pensionistiche: perché i pensionati non si trovano con i conti?
Pensioni errate e rivalutazioni: che cosa accade se vengono commessi degli errori in fase di valutazione dell’importo pensionistico?
Sempre più vivo è il tema delle pensioni in Italia, ogni giorno ci sono sempre più pressioni in merito a tale argomento, ma cerchiamo di comprendere meglio le dinamiche legate alle valutazioni delle pensioni e quali rischi apporta.
Ogni anno il tema delle pensioni si fa sempre più fitto e pieno di domande e dubbi. Oggi al centro del dibattito vi sono degli errori legati alla valutazione delle pensioni che, spesso potrebbero risultare erroneamente maggiorate rispetto all’importo normale.
La problematica principale è dovuta dall’inflazione. Infatti, si attesta che la stima prima dell’inflazione (effettuata nel mese di novembre 2022), il tasso era pari al 7,3%. La situazione è cambiata nel mese di dicembre 2022 con un sostanziale aumento del tasso fino all’8,2%.
Questa particolare differenza non era stata precedentemente prevista e per questo ha comportato importanti errori nella valutazione degli importi pensionistici.
Il problema dei pensionati con i conti
Quale problema interessa mettere in luce? L’Inps ha dovuto riapplicare un tasso di rivalutazione dell’1,6% rispetto all’1,7% per questo, infatti, molti pensionati hanno trovato difficoltà nel conteggio degli effettivi importi percepiti. Infatti, a tal proposito, i conteggi inerenti alla rivalutazione dei trattamenti pensionistici dal 1 gennaio 2022 dovranno essere riformulati. Ciò accade perché le pensioni non sono adeguate nel modo giusto all’attuale valore inflazionistico. Dovrebbero essere in tutto dalle 10 euro alle 12 euro mancanti al mese per circa 12 mensilità, quali saranno le conseguenze?
Notizie dal comunicato stampa dell’Inps
Secondo quanto affermato dal comunicato emanato dall’istituto Inps si attesta che: “Il disegno di Legge di Bilancio 2023 prevede interventi volti a rimodulare le modalità di attribuzione della rivalutazione automatica per le fasce di importo dei trattamento pensionistici superiori a quattro volte il trattamento minimo”. Queste decisioni sono state prese con l’intento di evitare eventuali pagamenti di somme indebite. Per questo motivo, continua il comunicato: “la rivalutazione è stata attribuita in misura pari al 100% a tutti i beneficiari il cui importo cumulato di pensione sia compreso nel limite di quattro volte il trattamento minimo in pagamento nell’anno 2022 (pari a 2.101,52 euro). Per i pensionati il cui trattamento pensionistico cumulato è superiore al predetto limite, la rivalutazione sarà attribuita sulla prima rata utile dopo l’approvazione della legge di bilancio 2023”.