Rincari, punta sui BTP: guadagni extra sicuri
La grande crisi economica e sociale che ha colpito gravemente anche il nostro Paese negli ultimi mesi ha preoccupato molto gli italiani e in particolare le famiglie numerose. A venire loro in aiuto di ha pensato il Governo col rinnovo e la nascita di Bonus e Superbonus che toccano un po’ tutti gli ambiti. Ma tutto questo talvolta pare non bastare…
E così il temutissimo carovita, richiede in certi casi la ricerca che può rivelarsi anche spasmodica di nuovi guadagni ed è proprio qui che entrano per così dire in gioco le rendite passive, ma in che senso?
In poche parole possiamo realmente impiegare dei soldini che possiamo annoverare- e se è così siamo fortunati – nei cosiddetti risparmi in eccesso e generare in tale maniera un nuovo e accattivante flusso di entrate, come le chiacchieratissime cedole.
In realtà le rendite passive sono piuttosto redditizie e in particolar modo, dati alla mano, possono essere pure delle vere certezze. Non per nulla si possono riscontrare rendimenti pazzeschi sui BTP a tre, cinque e sette anni. E ciò è fattibile grazie all’incredibile e fragoroso crollo dei cosiddetti corsi di mercato.
Ma come in ogni cosa anche qui ci sono da vagliare con estrema attenzione e senza mai farsi prendere dal panico i classici pro e contro. Per prima cosa è doveroso sottolineare a chiare lettere che queste obbligazioni sono emesse e nel contempo garantite al 100% dallo Stato tramite il Dipartimento Del Tesoro del MEF.
I pro e i contro da vagliare
In primis esse prevedono un bel guadagno noto che è distribuito per lo più ogni sei mesi in sede di stacco di cedola, ma poi prevedono il rimborso del Capitale a scadenza. Inoltre possono contare su una fiscalità decisamente agevolata al 12,50%, nonché dell’esenzione dall’Imposta di successione. Ok qui abbiamo visto i pro, ma i contro ci sono e quello più grave è strettamente collegato allo Stato di salute dell’emittente, che ora come ora non è il massimo, oltre che all’eventuale vendita anticipata, che si scontra necessariamente e inesorabilmente con i prezzi che vigono sul mercato all’atto della vendita.
Capite dunque bene che il titolare può incassare un bel guadagno ma anche una gran fregatura. In ogni caso dobbiamo anche dire per dovere di cronaca che ci sono ben tre i BTP davvero interessanti per quel che concerne la durata residua. Quello con la scadenza più corta scade nel gennaio 2026 e possiede una cedola lorda annuale del 3,50% con l’1,53% netto a semestre. E qui stiamo parlando del Bond ISIN IT00055143. Passando poi dai 3 ai 5 anni di durata ecco che si propone il BPT ISIN IT0005500068 che ha una cedola lorda del 2,65% e che prevede la sua scadenza il 1 dicembre 2027. Se ne primo caso, del BTP della durata di tre anni il rendimento annuo sfiora il 3,18%, in questo salirebbe al 3,42%.
Infine, parlando a un BTP della durata di 7 anni, si può arrivare a una bella crescita di guadagno, ma anche alla sconfitta, dal momento che andrebbe maggiormente incontro ai rischi del mercato. Non per nulla se prendiamo come campione il BTP ISIN IT0005519787 che ha la scadenza il 15 dicembre 2029, possiamo contare su una cedola annua del 3,85%, oltre che di un rendimento effettivo netto all’anno del 3,75%.