Pensioni, non ci sarà l’aumento a Gennaio: il motivo è tecnico ma c’è speranza
Le pensioni nel 2023 avrebbero dovuto godere di un aumento sostanzioso con il quale si sarebbero adeguati gli importi al costo della vita attuale, a causa dei ritardi però il tutto potrebbe slittare di qualche mese.
Il ricalcolo degli importi era già previsto da tempo dato che questa procedura avviene a cadenza annuale, tuttavia le notizie che arrivano sano tutt’altro che positive, dato che mancherebbero i tempi tecnici per dare il via all’erogazione dei fondi.
L’adeguamento delle pensioni avviene ogni anno e varia la sua percentuale a seconda dell’inflazione e del costo della vita, seguendo un valore che viene stabilito da un decreto ministeriale, il quale prende in considerazione il valore medio dell’indice ISTAT dell’anno precedente dei prezzi di consumo per le famiglie di operai e impiegati.
Questo meccanismo, che prende il nome di perequazione automatica, ha l’obiettivo di preservare il potere di acquisto delle persone che dovrebbero sempre percepire una somma mensile capace di far mantenere al titolare della pensione sempre il solito tenore di vita, che non può essere influenzato dall’andamento dei costi di mercato, su cui il pensionato non ha potere.
Per il 2023 la percentuale stabilita è del 7,3%, apportando quindi un aumento che parte dai 38 euro mensili (per le pensioni minime) per salire poi in relazione alla somma che ogni pensionato percepisce ed in base alle fasce stabilite dal Governo, seguendo queste indicazioni:
- 100% entro le quattro volte il trattamento minimo;
- 85% tra le quattro e le cinque volte il trattamento minimo;
- 53% tra le cinque e le sei volte il trattamento minimo;
- 47% tra le sei e le otto volte il trattamento minimo;
- 37% tra le otto e le nove volte il trattamento minimo;
- 32% sopra le dieci volte il trattamento minimo.
Niente aumenti pensionistici a Gennaio, ecco perché
La perequazione automatica, per essere attivata ha bisogno di attingere ad una grande fonte di risorse stabilite generalmente dalla Legge di Bilancio, tuttavia quest’anno, a causa dei ritardi nella presentazione e nell’approvazione della Legge gli aumenti potrebbero tardare di qualche mese.
L’iter burocratico che deve essere superato è infatti piuttosto lungo, dato che una volta approvato il Bilancio del 2023 le novità dovranno essere pubblicate nella Gazzetta Ufficiale, momento dal quale i ministeri potranno attuare tutte le misure e le manovre previste dal Governo.
La prima data probabile potrebbe essere il mese Marzo, momento nel quale non solo verranno ovviamente accreditati gli aumenti non goduti dei mesi precedenti, ma i percettori della pensione minima potranno assistere all’adeguamento che porterà la somma totale da 525,38 euro a 600 euro.