Pensione anticipata, una realtà oppure un miraggio? Esiste, ma solo in determinati casi
In questa ultime ore si sta dibattendo tantissimo sul Web una questione molto importante e alquanto spinosa che riguarda il cosiddetto pensionamento anticipato. In quale situazione può avvenire? Quali sono le patologie che ci permettono di richiederlo in totale legalità?
La Legge parla chiaro, ci sono solo alcune determinate condizioni che ci consentono di fare tale richiesta e che bisogna pertanto conoscere a menadito per comprendere se le possediamo o meno. Quali sono? Ve le sveliamo noi…
Molti lavoratori, sia maschi che femmine, si chiedono in questo periodo quando potranno finalmente godersi un meritato periodo di riposo, percependo la pensione, che per moltissimi giovani pare essere sulla carta un’autentico miraggio per il futuro.
Molte persone continuano a contare pure gli anni che mancherebbero loro per raggiungere tale traguardo, mentre altre si stanno chiedendo, vinte anche da un vivo sentimento di curiosità, se ci sono delle condizioni che ci permettono, secondo la Legge, di anticiparla di qualche anno.
Sì, ci sono e sono anche molto delicate. In particolare riguardano alcune precise patologie che darebbero, ovviamente previa accurata documentazione specifica e svariate visite mediche mirate, il consenso al prepensionamento, del quale si sta parlando soprattutto nell’ultimo periodo.
Le patologie che lo consentono
In ogni caso è opportuno specificare, onde evitare sul nascere alcuni fastidiosi fraintendimenti che non portano praticamente a nulla, che la pensione di vecchiaia anticipata viene applicata solo ed esclusivamente ai quei dipendenti che fanno parte del comparto privato e che corrispondono a requisiti assai specifici. Detto ciò, quali sono?
Sono sostanzialmente tre e sono i seguenti, handicap pari o superiore all’80%, i 61 anni di età anagrafica per gli uomini, mentre si scende a 56 per le donne e almeno 20 anni di regolari contributi. Hanno poi diritto all’anticipo pensionistico quei cittadini con invalidità di 74% che devono andare a braccetto anche con altri due requisiti, quali età anagrafica di almeno 63 anni e 30 anni di regolari contributi regolarmente versati all’INPS. Infine, chi soffre di un’invalidità superiore al 66% ha assoluto diritto all’assegno di invalidità ordinaria se ha accumulato almeno 5 anni di contribuzione di cui 3 versati durante i 5 anni precedenti.
Lo stesso discorso si può fare anche per i cittadini che risultano completamente inabili al lavoro, in quanto viene riconosciuto l’inabilità pari al 100%. Inoltre è stato pensato anche a un prepensionamento per chi non ha versato contributi come quei cittadini già nati con handicap e quelli ai quali sono state diagnosticate patologie prima che potessero affacciarsi al vasto mondo del lavoro. Costoro possono contare o su una pensione di invalidità civile per invalidità almeno al 74% o 100%.