I soldi sono sempre un argomento che sta a cuore a tutti sebbene esistano svariati modi con i quali rapportarsi ad essi. E c’è anche chi non si fa scrupolo di fare investimenti anche quando la situazione non è- propriamente- delle migliori…
Non stiamo passando dal punto di vista economico un gran momento ma, nonostante ciò, c’è chi gioca ancora in azzardo… In che senso?
C’è chi preferisce, ancora oggi, tenere i propri risparmi, soprattutto quelli di una vita, ben nascosti sotto un cuscino, e chi- invece- vuole investire a gogo. Altri – invece- lasciano i propri soldi sul conto senza farci un bel niente. Ma pra arriva una notizia che ha lasciato sconvolti i più…
Nei giorni scorsi la Banca d’Italia ha pubblicato i risultati dell’indagine della spesa dei c/c delle famiglie nel corso del 2021, dunque dello scorso anno. I dati dimostrano- senza tanti giri di parole- che le spese di tenuta conto sono aumentate per tutte le tipologie di prodotto, ossia il c/c bancario tradizionale, quello online e anche quello postale. Inoltre, dati alla mano, la spesa media annua del c/c tradizionale è salita a 94,70 euro rispetto ai 90,90 dell’anno prima. Il costo medio annuo del conto postale è- invece -passato dai 53 euro del 2020 ai 58 euro del 2021. Dulcis in fundo, ma- ovviamente- si fa per dire, le spese di gestione del rapporto online sono salite a 24,30 euro rispetto ai precedenti 21,50.
Ma se vi aspettate che gli aumenti si fossero fermati qui, vi sbagliate di grosso! Eh già! Non per nulla a tutto ciò che vi abbiamo fino a poco tempo fa elencato vanno aggiunti i 34,20 euro di imposta di bollo per giacenze medie annue sopra i 5mila euro ma solo per i c/c aperti alle persone fisiche. E così le spese lievitano a gogo! Ma ora. veniamo a parlare in definitiva dei costi totali all’anno per mantenersi un conto. Sapete quante sono? Diciamo che possono oscillare e – pure con una grande disinvoltura- dai 60 ai 130 euro a seconda- ovviamente- del conto posseduto.
Consideriamo adesso i potenziali guadagni che si potrebbero- e qui il condizionale è assolutamente d’obbligo- ottenere con uno strumento free risk, ovvero a rischio pari a zero, anche se è una definizione per nulla corretta dal momento che- a conti fatti- non è affatto vero che il rischio non c’è! E’ semplicemente davvero molto basso.
Ok, detto questo, che rendimenti possiamo ottenere?
Vi iniziamo a dire che i titoli di Stato offrono realmente dei buoni rendimenti anche sulle brevi durate. Qualche bel esempio in tale direzione? Il BOT (ISIN: IT0005518516) che ha avuto la sua scadenza 14 novembre 2033 e che ha chiuso a 97,566 centesimi. Tra 1 anno esatto poi il Tesoro restituirà 100 di valore nominale. Sulle durate a 2 e 3 i rendimenti netti dei BTP sono, rispettivamente, di circa il 2,50% e il 2,25%.
Ma passiamo alle Poste. La nuova offerta, da acchiappare al volo, si chiama Supersmart 270 giorni sul libretto Smart. Per chi apporta e vincola nuova liquidità per 9 mesi,’emittente riconosce il 3% annuo lordo a scadenza. Infine, vi ricordiamo il famoso buono 3 anni Plus offre un rendimento annuo lordo a scadenza per l’appunto di 3 anni dell’1,50%.