Ecco perché i bancomat indipendenti scappano ai controlli
Cosa sono i bancomat indipendenti e perché non possono essere sottoposti a controlli di antiriciclaggio.
Sparsi in tutta Italia questa sorta di ATM consentono di versare e prelevare senza dover giustificare i propri movimenti. Ma sono legali?
Di ATM ce ne sono molti in Italia, ma ci sono alcuni “speciali” che non sono sottoposti ad obblighi di antiriciclaggio, tantomeno eventuali prelievi o versamenti devono essere chiariti alle autorità. Insomma, tutto ciò che avviene in questi sportelli non sono considerate attività del tutto trasparenti.
In particolare, questi sportelli sono legati e registrati in Paesi offshore ovvero con società registrate in base alle leggi di uno Stato estero o in Stati che fanno parte dell’Unione Europea che hanno Financial Intelligence unit con poteri di accertamento limitati.
E se ti starai chiedendo dove si trovano questi sportelli particolari, la risposta è nella maggior parte delle città italiane: Roma, Milano, Bologna, Brescia, Palermo, Napoli, Reggio Calabria.
Tracciamento mancante
Quindi qual è la caratteristica principale di questi sportelli indipendenti? Offrono la possibilità di comprare criptovalute, prelevare e versare denaro in contanti senza alcuna limitazione rispetto alle normative vigenti in Italia per tali operazioni. Inoltre, qualsiasi tipologia di movimento non può essere né controllata, né tracciata. Cosa accadrà se negli anni questo tipo di ATM continuerà a crescere? Per evitare che il fenomeno possa espandersi sempre di più e favorire il tracciamento del contante, la Uif ha stretto una collaborazione con l’Agenzia delle Dogane per individuare gli sportelli automatici localizzati sul territorio nazionale non sottoposti all’antiriciclaggio.
Le conseguenze dell’utilizzo di ATM indipendenti
Inutile dirlo che questa tipologia di sportello automatico è stata utilizzata non sempre per assolvere scopi lontani dall’illegalità. Secondo diverse indagini è stato dimostrato come attraverso tale circuito è stato possibile riciclare in Africa denaro proveniente da reati come frodi informatiche, sfruttamento della prostituzione, traffico di droga, armi e anche di esseri umani. Proprio per evitare ciò proprio l’Uif ha auspicato ad una “interpretazione evolutiva delle attuali previsioni del Dlgs 231/2007 secondo cui l’operatività in altro Paese comunitario con una estesa rete di sportelli Atm va considerata come una forma di stabilimento senza succursale, con la conseguente applicazione degli obblighi nazionali agli intermediari europei che prestano tale attività in Italia in libera prestazione di servizi”.