Nel 2023 potrebbero perdere il reddito di cittadinanza: “possono lavorare”
Reddito di cittadinanza tolto agli occupabili: chi sono e qual è la stretta pensata dal governo Meloni? E ora gli italiani sono seriamente preoccupati e scoppia anche un po’ di polemica…
Il reddito di cittadinanza verrà tolto agli occupabili, ossia a coloro che sono nella condizione di poter lavorare. Del resto la Premier aveva promesso novità…
Reddito di Cittadinanza, occhio occupabili!
Il governo Meloni sembra- ma anche in questo frangente il condizionale è d’obbligo- aver deciso in favore della stretta- e pure bella tosta- al reddito di cittadinanza, penalizzando tutti coloro che nei primi 18 mesi di percezione della misura non hanno sfruttato a sufficienza le opportunità offerte dalla politica attiva connessa direttamente al chiacchieratissimo provvedimento, non riuscendo a trovare un lavoro. E a farne le spese saranno gli occupabili ovvero ,di circa 600 mila persone, che potrebbero ridursi a 300 mila qualora si decidesse di tutelare i nuclei familiari con minori o disabili a carico. La normativa che ha introdotto il reddito di cittadinanza suddivide- difatti- la platea dei beneficiari in due categorie: la prima solo -per l’appunto – gli occupabili e la seconda i non. E- lo ribadiamo- sono i primi che dovrebbero iniziare a tremare… Ma da quali fattori è determinato l’essere occupabile o meno?
Chi è occupabile
In poche parole l’occupabilità di un soggetto o meno è data dall’età anagrafica nonché dalle condizioni di salute, come pure dallo stato sociale. In particolare a norma – ai fini del reddito di cittadinanza – i soggetti: di età compresa tra i 18 anni (compiuti) e i 65 anni (non compiuti) e dotati di uno stato di salute che non impedisce lo svolgimento delle mansioni proprie all’attività lavorativa. Pertanto non sono affatto o occupabili gli invalidi con capacità lavorativa ridotta di almeno il 45%, come pure le donne in gravidanza. E non lo sono nemmeno coloro che non svolgono già un’attività lavorativa, sia come autonomi che come subordinati e che non frequentano un corso di studi o di formazione, purché quest’ultimo preveda il conseguimento di un titolo riconosciuto a livello regionale.
Le novità e le eccezioni
In poche parole e tanto per capirci, chi è maggiorenne, con meno di 65 anni, non ha un lavoro e non frequenta corsi di studio o formazione, ed è nella condizione psico-fisica per poter andare a lavorare, è considerato un soggetto occupabile, ergo è soggetto al rispetto degli obblighi imposti dalla normativa, come -ad esempio -la sottoscrizione del Patto per il lavoro con il centro per l’impiego.
L’unica eccezione è rappresentata da coloro sui quali gravano incarichi di cura sui minori di 3 anni o sulle persone con disabilità grave dal momento che costoro sono assolutamente esonerati dal rispetto della condizionalità e – pertanto- non sono obbligati a intraprendere un percorso di reinserimento nel mercato del lavoro.
Agli occupabili verrà dato – perciò- un tempo limite per trovare un nuovo impiego, dopodiché il reddito di cittadinanza verrà tolto.
Inoltre- a quanto pare -verrà posto un limite di 18 mesi, al pari di quanto già previsto oggi. Tuttavia, a differenza di quanto accaduto fino a ora, al termine dei 18 mesi di percezione gli occupabili non potranno rinnovare il reddito di cittadinanza in alcun modo.
Occhio a non mandare i figli a scuola…
Ovviamente poi sarà da capire se-effettivamente- questo meccanismo verrà attuato fin da subito o solamente tra 6 mesi, oppure no. Ma quello che è bello che è certo, è che si sta pensando a una bella rivoluzione in merito .Inoltre pare che il reddito di cittadinanza verrà tolto anche per i nuclei familiari che non rispettano l’obbligo scolastico per i minori a carico.