Calcolo quota 103 per uomini e donne, chi è penalizzato?
Quota 103 penalizza-e pure assai- ben più le donne rispetto agli uomini. Ma nel complesso della riforma pensioni ci guadagnano ancora le lavoratrici. Come è possibile? Ve lo spieghiamo noi…
Di fatto, archiviata Quota 102, dal prossimo anno- che ormai è alla porte- si potrà andare in pensione anticipata con almeno 41 anni di contributi e 62 di età. Vediamo di saperne qualcosa di più…
Gli svantaggi della Quota 103
Si introduce quindi uno step ulteriore e temporaneo che – infatti- sarà in vigore fino al 31 dicembre 2023 con il precipuo scopo di evitare lo scalone con le regole Fornero . Ma c’è – tuttavia- chi ancora sostiene che Quota 103 per la quale si va in pensione a 62 anni con 41 di contributi e che prevede un innalzamento del requisito contributivo di 3 anni rispetto a Quota 102, penalizzerà-e non poco- le donne. Le lavoratrici – sostengono i sindacati – hanno infatti meno contribuzione alle spalle rispetto agli uomini. Ma vediamo ora di capirci qualcosa di più…
Le donne più sacrificate
Secondo le stime Inps, a conti fatti, sarebbero circa 7-8 mila gli aventi diritto alla pensione anticipata con Quota 103 o Quota 41), di cui la maggior parte uomini. Avere 41 anni di contributi significa- in poche parole- aver iniziato a lavorare negli Anni 80 quando- la Storia ci ha ben insegnato- la parità dei diritti dei lavoratori era ancora un traguardo da raggiungere. Dunque ad avere la peggio in tale direzione sarebbero– come già poco fa accennato- le donne. E questo è valido in tutti i settori.
In aiuto arriva Opzione Donna
Anche la maternità era- a onor del vero- assai meno tutelata e ai periodi di astensione obbligatoria dal lavoro seguivano spesso e volentieri i licenziamenti e/o le dimissioni. E ciò capitava soprattutto nel privato dove non esisteva alcuna forma, nemmeno minima di tutela. Ne è conseguito- come potrete di certo capire che tante- o meglio, troppe- lavoratrici oggi come oggi non possiedono i requisiti contributivi sufficienti per andare in pensione nel 2023. A fronte dell’arrivo di Quota 103, che nelle stime di spesa costerà meno di 1 miliardo, ci sarà -però- la proroga di Opzione Donna che è – a onor del vero-un canale decisamente privilegiato riservato prettamente alle lavoratrici a partire da 58-59 anni di età con almeno 35 di contributi.
Novità in arrivo?
Inoltre il Governo Meloni ha tutta quanta l’ intenzione di prorogare per un altro anno Opzione Donna in attesa di fare una riforma organica strutturale che richieda- però- maggiore riflessione. In conclusione, se Quota 103 non conviene alle donne, arriva loro in aiuto Opzione Donna. E ciò capita in attesa di altre importanti novità…