Pensioni troppo costose per il Governo? Quota 103 e 41, cosa succederà
Il Governo ha messo bene in chiaro di non avere alcuna intenzione di tornare alla legge Fornero. Inoltre- a quanto pare- per il prossimo anno che è ormai vicinissimo- dovrebbe entrare in vigore una misura ponte, chiamata Quota 103. Ma di che cosa si tratta?
Lunedì sul tavolo del Consiglio dei ministri, insieme alla manovra, dovrebbe arrivare anche Quota 103. E della 41 che ne è stato e- soprattutto- che ne sarà? Vediamo di saperne di più…
La Quota 41? Troppa costosa!
Il leader della Lega, Matteo Salvini, continua a spingere a più non posso per l’assai chiacchierata Quota 41, che permetterebbe – udite udite- di abbandonare il mercato del lavoro raggiunti i 41 anni di contributi. Una riforma bella e buona che – a quanto pare- non terrebbe conto della componente anagrafica. Tanto per capirci, basta che hai questo periodo maturato di contribuiti e poco importa se hai 60 anni o 80! Ma, avendo queste basi, potrebbe risultare un po’ troppo onerosa per le casse dello Stato. Dunque che si fa?
Altra proposta, la Quota 103
A questo punto è alquanto probabile che si decisa di muoversi in maniera nettamente diversa e- soprattutto- di trovare una soluzione molto meno costosa e che tenga in grande considerazione anche la famosa variabile anagrafica. E allora eccola, che spunta quasi da una sorta di metaforico cappello a cilindro, la Quota 103. Ma anche in questo caso- e ve lo diciamo fin da ora- si dovrebbero comunque contare 41 anni di contributi, con un’altra aggiunta, dal momento che a questi andrebbe aggiunto il requisito dei 62 anni di età. E da qui il nome di Quota 103.
Ma la Lega non demorde
Ad ogni modo, secondo quanto riporta il Sole 24 Ore, si tratterebbe comunque sia di una misura ponte e l’obiettivo del Governo resterebbe sempre e comunque quello di arrivare a Quota 41 nei prossimi anni. Dunque la Lega non vuole rinunciare alla sua proposta anche se per il momento non è assolutamente fattibile dal momento che- lo ribadiamo ancora una volta- davvero troppo costosa. E ora che cosa ci possiamo e ci dobbiamo aspettare? Diciamo che, una volta chiusa la manovra, si dovrebbe- e qui il condizionale è doveroso usarlo- aprire il tavolo con i sindacati per fare finalmente il punto sul piano e coinvolgere poi- e pure a spron battuto- le parti sociali nella riforma organica delle pensioni che è- chiaramente- di fondamentale importanza.
Per ora nessuna certezza
Nel frattempo, se Quota 103 sarà confermata, dal momento che nemmeno questo è certo, almeno ad oggi, dal prossimo anno, che è ormai praticamente alle porte, si potrà andare in pensione a partire dai 62 anni, avendone- però- dal momento che questa è la condizione chiave, 41 di contributi alle spalle. Infine non è ancora chiaro se, insieme a Quota 103, il Governo sia intenzionato o meno a rinnovare anche Opzione donna e Ape Social.