Novità Superbonus 110%: non sparisce, si trasforma
Udite Udite, il Superbonus non ha più tregua! Non per nulla ogni giorno ne spunta fuori uno dal cappello a cilindro quasi per magia. Ma ora ne arriva un altro. Di che cosa si tratta stavolta?
Dopo il bollettino da Covid-19 arriva il bollettino Supebonus. Vediamo di fare il punto insieme…
Che stress, la burocrazia!
Parliamoci molto chiaramente e senza tanti giri di parole, che talora sono pure belli che inutili: per molti italiani doversi cimentare in una normativa complessa e alquanto ingrovigliata dove non si capisce nemmeno più chi fa cosa e come muoversi per farla, oltre che spendere tanto tempo per metterla in atto e ancor prima di capirci qualcosa, è diventato un autentico incubo. E allora molti che fanno? Lasciano perdere, il che- capite bene- è un vero peccato. Occorre- dunque- spiegare bene in che cosa consistono i vari aiuti e che le enti e gli organi competenti si organizzino meglio in tale direzione. E ora è bene che lo facciano visto che potrebbe esserci ancora un’altra grande novità a riguardo… Di che cosa si tratta?
Il Superbonus che non ti aspetti
In conferenza stampa dal Presidente del Consiglio dei Ministri, Giorgia, Meloni, già annunciò la riduzione dal 110% al 90% dello sgravio fiscale per le spese sostenute nel 2023 a fronte di lavori fatti sul condominio e sulle villette bifamiliari. Nel contempo aveva annunciato la riapertura anche per le villette unifamiliari, sostenendo che il 110 spetterà ancora per le spese fatte entro e non oltre il 31 marzo 2023, a condizione- però- che entro il 30 settembre 2022 sia stato raggiunto un SAL di almeno il 30%.
Infine, il premier ha anticipato pure la notizia- e qui aprite bene le orecchie, o meglio sgranate bene gli occhi- secondo cui il superbonus spetterà anche – e qui risiede l’importantissima novità- sulle spese fatte entro il 31 dicembre 2023 per lavori sulla casa adibita ad abitazione principale. Ma attenzione dal momento che in tale direzione vige un’importante condizione. Quale? Quella che il quoziente reddituale familiare non superi 15.000 euro. E ora è – forse- cambiato qualcosa?
La novità
Diciamo che nel testo definitivo che verrà pubblicato in Gazzetta Ufficiale, il Decreto Aiuti quater potrebbe- e anche qui siamo costretti ad utilizzare il condizionale- stabilire ancora un’altra novità, sconosciuta ai più, ossia l’assai ghiotta possibilità per il cessionario, che altro non è – tanto per capirci- chi acquisisce il credito derivante dalla cessione, di “spalmarne” il suo utilizzo in 10 quote annuali, al posto di 4 o di 5.
Inoltre in luogo della detrazione, il committente può optare per lo sconto in fattura, concesso dall’impresa che fa i lavori. Quest’ultima a fronte dello sconto matura un credito d’imposta pari proprio alla detrazione fiscale (110%) che può utilizzare in compensazione, oppure cedere a terzi. Sempre il committente può puntare sulla cessione del credito a terzi, inclusa l’impresa che fa i lavori. Ricordiamo poi che chi acquista il credito può utilizzarlo in compensazione ma anche scegliere di cederlo.
Occhio a una data
Ma ritorniamo a parlare delle famose 10 quote annuali che prima abbiamo solo accennato. Diciamo subito che rappresenterebbero il massimo, con possibilità- pertanto- per il cessionario di scegliere anche un numero più basso. Tuttavia c’è anche da dire- per dovere assoluto di cronaca-che ” la cosa” interesserebbe solo ed esclusivamente le pratiche perfezionate entro e non oltre il 10 novembre 2022.