Tutto ciò che c’è da sapere sui nuovi termini di scadenza di questo bonus ristrutturazioni. E soprattutto vi sveliamo in che cosa realmente e concretamente consiste l’agevolazione edilizia e come fare per ottenere 48.000€ in proprio favore.
Ci sono bonus che dovremo salutare alla fine dell’anno mentre per altri man mano arrivano le proroghe, da parte del nuovo esecutivo capitanato dalla premier Giorgia Meloni. E ora noi vi sveliamo tutto!
Il bonus ristrutturazioni con proroga 2023 prevede – ascoltate e leggete con molta cura- l’ assai ghiotta possibilità per tutti i beneficiari di poter fare affidamento ancora per tutto il prossimo anno, su questa decisamente consistente agevolazione prevista in favore sia di villette unifamiliari che di condomini.
Dunque, avete già compreso che si scavalca il limite massimo del 31 dicembre 2022- inizialmente previsto- per concludere i lavori, dal momento che dal primo gennaio 2023 sarà possibile usufruire ancora del bonus ristrutturazioni, grazie- e qui ve lo diciamo fin da subito- a un credito d’imposta del 50%, su una spesa massima di 96.000€, che porta a un beneficio complessivo- conti e dati alla mano- di 48.000€.
Grazie a tale agevolazione- che non è affatto da dimenticare- è possibile- pertanto- detrarre il 50% delle spese per la ristrutturazione di un immobile ad uso esclusivamente abitativo, per un massimo di spesa di 96mila euro.
Tutto chiaro fino qui? Bene, allora si prosegue dicendo che il bonus sarà certamente prorogato anche per l’anno successivo 2024, inglobando a partire dal prossimo anno pure le spese strettamente connesse alla rimozione delle barriere architettoniche che non sono un argomento da poco, anzi!
Per quest’ultime è previsto, fino al 31 dicembre 2022- che non è poi così lontano se osserviamo il calendario, un bonus a sé stante, che- e qui fate davvero molta ma molta attenzione- non è stato prorogato al 2023.
Oltre alla modalità della suddivisione in rate del credito d’imposta maturato, c’è anche la possibilità – che molti ancora non conoscono- di usufruire dello sconto diretto in fattura. In seguito alle varie e numerose modifiche occorse in seguito, rispetto alla fase di avviamento, ci sono altre importanti novità da segnalare, sia per quanto riguarda i tecnici abilitati ai lavori sia i contribuenti.
Il riferimento da prendere è in considerazione è il Decreto Antifrode. Tra l’altro- se ci pensiamo bene- si tratta di una misura che ha coinvolto numerosi bonus e non solo- pertanto- quello strettamente connesso alla ristrutturazione e del quale stiamo parlando.
Non per nulla risultano oggi come oggi assoggettati alle disposizioni del Decreto Antifrode anche: il bonus barriere architettoniche, il bonus colonnine per la ricarica dei veicoli elettrici, il fotovoltaico, il bonus facciate, il sismabonus e l’ecobonus. E- attenzione- a seguito di tale provvedimento, due nuovi adempimenti si incrociano. Ma quali sono?
In poche parole una parte troviamo l’obbligo- perché tale è ed è davvero sciocco girarci intorno- per i contribuenti di dover richiedere il visto di conformità, mentre dall’altra spetta solo ai tecnici abilitati procedere con l’asseverazione della congruità delle spese da rendicontare.
Tuttavia tali obblighi non sussistono affatto– dunque anche qui leggete bene- per ciò che riguarda lavori al di sotto della soglia di spesa di 10.000€. Stesso identico discorso per quelli rientranti nelle cosiddette attività di edilizia libera.
Tutti poi-almeno sulla carta- possono accedere al bonus ristrutturazioni con proroga al 2023, previsto per la casa in cui si abita, che si tratti di proprietari o comunque di persone che hanno un diritto reale e personale di godimento sull’immobile in questione e per il quale chiedono l’agevolazione.
E anche coloro che convivono con il proprietario, oppure il titolare del diritto sull’immobile, hanno la possibilità di poter scaricare le spese, se – e soltanto se- sono effettivamente loro a pagarle.
Rientrano nella casistica, assai vasta e diversificata, anche i conviventi more uxorio, così come il coniuge separato che risulta – però- avere l’immobile assegnato, pur non essendone-a conti fatti- il proprietario.
Insomma, lo avete capito, grazie al bonus ristrutturazione si può procedere con una serie di interventi quali, ad esempio, l’eliminazione delle barriere architettoniche, cablatura, interventi per ridurre l’inquinamento acustico, preventivi contro atti illeciti di terze persone, per efficientamento energetico, per la realizzazione di misure antisismiche, per la bonifica dall’amianto, per la manutenzione straordinaria e così via. Ma la cosa fondamentale è che ogni lavoro sia documentabile e rendicontabile con scontrino. Niente nero, per carità! Inoltre è necessaria la precisa contabilità degli interventi edilizi effettuati. Insomma, non fate i furbi se no non beccate un bel niente!
E’ poi fondamentale indicare nella dichiarazione dei redditi i dati catastali identificativi dell’immobile. Per quanto riguarda- invece- l’identificazione di chi detiene il diritto di beneficio della casa, che è- a onor del vero- un altro aspetto da tenere ben alla mente- è necessario presentare gli estremi di registrazione dell’atto che ne costituisce titolo e gli altri dati richiesti per il controllo della detrazione.