Buoni poste, la sigla che dice tutto: controllatela bene
Senza questa specifica sigla sul documento cartaceo, il titolare potrebbe avere una brutta sorpresa. Di cosa si parla? I consumatori in allerta!
Da centosessant’anni – a tanto è giunto l’anniversario col 2022 – le Poste Italiane forniscono i loro servizi per la gestione del risparmio ma ora ci sono delle novità di non poco conto che riguardano i suoi buoni...
La Posta, da sempre a fianco dei consumatori
Sin dalle origini, l’indole dell’ assai complessa e articolata struttura per la Comunicazione e l’Economia non è stata soltanto quella di far recapitare con puntualità lettere e telegrammi, e oggi anche bollette e multe. Quello delle Poste è stato un supporto immediato nei confronti dei cittadini che volevano con tutte le loro forze proteggere i propri risparmi in un luogo adeguato e con l’ottica di ricavare dal fattore tempo interessanti rendite per il futuro. Assieme alla diffusione dell’immancabile libretto postale dei risparmi all’interno delle famiglie, tanto cari ai nostri nonni, il Gruppo ha messo mano all’ampio ventaglio dei piccoli risparmiatori grazie ai Buoni fruttiferi che stanno appassionando sempre più i risparmiatori.
Il successo del buono postale
Il buono postale ha registrato- dati alla mano- un riscontro regolarmente positivo, grazie al fatto che i sottoscrittori sono assolutamente convinti dalla gestione estremamente semplice e la cui unica contropartita resta il tempo da impegnare , oltre- chiaramente- alla somma, per generare una buona percentuale di rendita riscattabile.
La loro pecularietà
Peculiarità principale del buono è rappresentata- indubbiamente- dal lungo termine che garantisce di approdare al rimborso degli interessi, dopo aver attraversato tutte le potenziali eventualità- e questo è assai doveroso sottolinearlo- dei picchi negativi percentuali. Ma in tempi recenti, questi prodotti postali, forti della garanzia dello Stato tramite Cassa Depositi e Prestiti, sono stati riproposti anche nella formula a breve e medio termine, dando così l’assai ghiotta e importante opportunità al risparmiatore di bloccare una somma ai benefici di un certo margine temporale favorevole di tassi al rialzo.
Se c’è questa sigla sei libero!
Oggi, dopo vent’anni di deposito, il titolare può recarsi all’ufficio postale con il documento cartaceo e rendere esigibile il buono, ma, come già poco fa giustamente detto , in alcuni casi anche ben prima.
Il rimborso del titolo giunto alla scadenza, ma- a onor del vero- più avvenire in qualsiasi momento precedente ricevendo gli interessi accumulati al momento dello svincolo, è possibile grazie ad una piccola sigla cui non tutti prestano la giusta attenzione. Quale? La CPFR. Che cos’è? Di che cosa si tratta?
Si tratta di una clausola, acronimo di “con pari facoltà di rimborso”. In poche parole significa che uno degli intestatari di un titolo può presentarsi autonomamente allo sportello per richiedere il rimborso dell’importo senza incorrere in duemila pratiche. Facile, no?