Rata mutuo a tasso variabile: provaci tu a calcolarla
Quali sono le componenti che determinano l’importo della mensilità da corrispondere alla banca? Si può bloccare la cifra anche se non è un tasso fisso?
Vediamo come calcolare una rata di un mutuo a tasso variabile. Segui questi passi, tutto nell’articolo.
Mutuo a tasso variabile, come calcolare la tassa
Chi vuole acquistare una casa deve trovare sostanzialmente due cose: l’immobile da comprare e i soldi per pagarlo. La prima è una questione di pazienza. La seconda, invece, richiede qualche riflessione in più. Perché, come nella stragrande maggioranza dei casi, si finirà per chiedere un finanziamento alla banca. E ci sarà una scelta da fare: meglio mantenere una rata stabile fino alla fine oppure rischiare e fare un mutuo a tasso variabile? Come si calcola la rata in questo caso? Di quanto può variare nel corso del tempo?
Forse la prima cosa da chiarire è la differenza tra queste due soluzioni. Nel mutuo a tasso fisso, l’importo della rata rimane lo stesso per tutta la durata del piano di ammortamento. Il tasso di interesse fa riferimento ad un tasso interbancario chiamato Eurirs – Euro Interest Rate Swap – e viene determinato al momento di stipulare il contratto. In questo modo il mutuatario da che non avrà sorprese perché conoscerà la cifra da pagare dall’inizio alla fine.
Il mutuo a tasso variabile, invece, ha come riferimento per il tasso di interesse l’Euribor, cioè Euro Interbank Offered Rate, un tasso interbancario di offerta in euro. Nella pratica, viene calcolato ogni giorno da un gruppo di 20 banche dell’Unione europea a partecipazione volontaria e indica il tasso di interesse medio delle transazioni finanziarie tra i principali istituti di credito europei.
Poiché questo valore è soggetto alle oscillazioni del mercato dei tassi, anche la rata del mutuo potrà subire queste variazioni. Significa, insomma che a volte potrebbe essere più alta ed altre più bassa a seconda dell’andamento dell’Euribor.
Come si calcola la rata di un mutuo a tasso variabile? Ecco la risposta
Come anticipato, il mutuo a tasso variabile prevede che l’importo della rata sia soggetto ad eventuali cambiamenti in funzione dell’andamento del tasso di riferimento indicato al momento della stipulazione del contratto, cioè dell’Euribor. L’interesse applicabile è di solito individuato aggiungendo alcuni punti percentuali che corrispondono allo spread, cioè al guadagno effettivo della banca che eroga il mutuo.
Esiste però una variante del mutuo a tasso variabile ed è il mutuo a rata costante, in cui il tasso varia sempre a seconda dell’andamento dell’Euribor ma la rata rimane invariata. Com’è possibile? In pratica, l’eventuale rialzo dei tassi di mercato comporta un aumento della quota di interessi della rata con proporzionale riduzione della quota di capitale. Di conseguenza, l’importo rimane invariato, mentre la durata del mutuo aumenterà sulla base della quota di capitale ancora da restituire.
Volendo, un contratto di mutuo non è per tutta la vita: la legge Bersani non solo ha dato la possibilità al consumatore di rinegoziare un mutuo a tasso variabile ma ha anche semplificato la procedura che, peraltro, è gratuita: ci sarà solo da pagare la tassa di iscrizione nei registri immobiliari, pari a 35 euro.
Chi vuole rinegoziare le condizioni del mutuo può recarsi in filiale e parlare con chi, normalmente, si occupa della sua posizione, nel caso abbia un rapporto consolidato di fiducia. Altrimenti basta inviare una raccomandata a/r all’istituto di credito che ha erogato il finanziamento, indicando le condizioni che si desidera modificare.
Se l’istituto non ritiene conveniente rinegoziare, può rifiutare la domanda. Se invece l’accetta il cliente:
- non perde gli eventuali benefici fiscali previsti nel primo contratto stipulato
- non deve sostenere alcun costo aggiuntivo
- non paga alcuna tassa
- mantiene le stesse garanzie rispetto al contratto originale.
La banca ha la facoltà di prevedere a che punto del piano di ammortamento poter richiedere la rinegoziazione del mutuo.