Pace fiscale 2022: il nuovo governo annuncia i debiti sanabili e come pagarli

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Governo Meloni al lavoro sulla tregua. Il magazzino dei crediti non riscossi in Italia conta 1.100 miliardi. Cartelle arretrate fino al Duemila.

Nuova pace fiscale promessa dal nuovo governo. Si dichiarano i debiti sanabili e quanto si dovrà pagarli.

Pace fiscale 2022, il nuovo governo annuncia come pagare i debiti

La tregua o la pace fiscale che il governo Meloni  sta mettendo a punto ha, questa volta, l’ambizione di far tornare l’Italia a essere un Paese normale in quello che è il più immenso e caotico “magazzino di debiti tributari” del mondo: con un valore di oltre 1.100 miliardi e un arretrato di cartelle che arriva al Duemila, come ha ripetutamente denunciato l’attuale Direttore dell’Agenzia delle Entrate, Ernesto Maria Ruffini.

Ma perché l’obiettivo possa essere sfiorato, se non raggiunto, occorre un’operazione ad ampio raggio e a maglie larghe. Molto di più di quanto non siano state le tre rottamazioni di questi ultimi anni e i meccanismi di saldo e stralcio. Da qui l’esigenza di una serie di interventi che siano appetibili per i contribuenti, senza impedire il recupero delle imposte non pagate, almeno nel loro ammontare originario.

Con i meccanismi in arrivo si dovrebbe riuscire a sanare ogni forma di tributo o imposta dovuti e non pagati: dalle multe all’Imu, dall’Iva all’Irpef, a ogni altro balzello. Ma nel novero alla fine dovrebbe essere inseriti anche i contributi previdenziali non versati. 

Potranno aderire ai differenti meccanismi di sanatoria coloro che abbiano ricevuto una cartella esattoriale, ma anche coloro che si trovano in altre situazioni debitorie accertate e anche coloro che non hanno pagato, ma non sono stati accertati. 

Debiti sanabili, dipende dalla cartella, ecco tutti i casi

nessun debito con il nuovo governo
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Per le cartelle non pagate relative a tutti gli anni dal 2000 al 2015, di importo fino a mille euro il progetto prevede quello che in gergo si chiama stralcio: la cancellazione del debito e la chiusura della posizione. 

Il secondo capitolo relativo agli anni dal 2000 al 2015, del piano riguarda le cartelle oltre i mille euro e fino a 3.000. In questo caso si prevede il meccanismo del saldo e stralcio per chi si trova in difficoltà. L’ipotesi più accreditata è quella del pagamento del 20 per cento dell’ammontare e del taglio dell’80 per cento. Anche se va detto che nel totale originario c’è una quota rilevante composta da sanzioni e interessi.

Per le cartelle di importo superiore ai 3 mila euro si punta a un meccanismo basato sul pagamento dell’intera imposta originaria, maggiorata, però, solo del 5 per cento e diluita automaticamente in 10 anni. 

Per tutte le situazioni di mancato pagamento delle imposte che non sono diventate cartelle e anche per l’omesso pagamento non riscontrato o accertato, si ipotizza una soluzione che contempla la definizione di quanto dovuto attraverso il confronto con l’amministrazione finanziaria. A quel punto sull’importo determinato si prevede il pagamento del totale con una sanzione forfettaria del 5 per cento e la rateizzazione automatica in 5 anni, che potrebbero arrivare a 10 per somme superiori a certe cifre.