Governo Meloni: di quanto potrebbero aumentare gli stipendi
Di quanto aumentano stipendi tra i 900-2800 euro con la flat tax del nuovo Governo Meloni? Oggi vi diciamo tutte le novità. Pronti a leggervele e a segnarvele come si deve in agenda?
Aumentano- udite udite- gli stipendi fino a dicembre per effetto della decontribuzione al 2% da applicare- per l’appunto- agli stipendi e a cui aggiungere pure ulteriori aumenti per gli arretrati da luglio a settembre nonché per il nuovo bonus una tantum di 150 euro di novembre che spetterà- però- solo ai lavoratori con redditi entro i 20mila euro annui (riferiti – però- al 2021).
Nuove misure in arrivo
Per il prossimo anno, che è ormai praticamente alle porte, il nuovo governo Meloni sta lavorando alacremente alla definizione di nuove misure che possano continuare a garantire ai lavoratori aumenti per avere maggiore potere di acquisto contro un’inflazione crescente. E la proposta più probabile- al momento, ma non comunque del tutto certa, è quella di una flat tax incrementale. Di che cosa si tratta e in che cosa consiste esattamente? Scopriamolo insieme…
La flax tax, la sua definizione
La flat tax è- in pratica- un sistema di tassazione dei redditi che si contrappone al sistema storico del criterio proporzionale di tassazione e si basa esattamente sul calcolo del reddito imponibile in maniera fissa e non sui criteri di progressività, come previsto dall’articolo 53 della Costituzione. La proposta del nuovo governo Meloni è quella di una flat tax incrementale basata sull’incremento di reddito rispetto alle annualità precedenti, con- inoltre- la possibilità di un ulteriore ampliamento per famiglie e imprese, mantenendo- però- in un primo momento le aliquote Irpef attualmente in vigore e introducendo un’aliquota piatta del 15% su tutto il guadagno in più rispetto all’anno precedente.
A chi riguarda l’incremento
La nuova flat tax incrementale del governo Meloni riguarderebbe le seguenti categorie di persone: lavoratori dipendenti che hanno un aumento temporaneo degli orari straordinari di un anno rispetto all’altro e che avrebbero una detassazione al 15% delle ore lavorate in più e solo per un anno la detassazione riguarderebbe anche le promozioni con relativo aumento di stipendio; lavoratori autonomi con reddito oltre i 65 mila euro che aumentano la clientela e -dunque- il reddito da un anno all’altro.
Ergo , comprendiamo che con la flat tax incrementale, la aliquota al 15% che vuole introdurre il nuovo governo Meloni si applicherebbe solo sull’incremento di reddito che eventualmente si verifica da un anno all’altro. In poche parole, se per esempio in un anno di dichiarano 1000 euro e in quello successivo 1200, sarebbero soggetti alla nuova aliquota solo i 200 euro aggiuntivi. Tutto chiaro?
Qualche esempio concreto
Considerando il funzionamento della flat tax incrementale del nuovo governo Meloni, per fare un altro esempio, ma stavolta di calcolo di quanto potrebbero aumentare gli stipendi tra 900-2.800 euro, prendendo il caso di un lavoratore che percepisce un anno uno stipendio di 900 euro al mese per 13 mensilità per un totale annuo di 11.700 euro e che l’anno successivo guadagna 1.200 euro al mese per un totale annuo di 15.600 euro. A questo punto la flat tax incrementale si applicherebbe solo sui 3.900 euro di differenza dei redditi percepiti tra un anno e un altro.
Prendendo- poi- il caso di un lavoratore dipendente con stipendio di mille euro al mese con un reddito annuo (per 13 mensilità) di 13mila euro nel 2022 e 15mila euro nel 2023, se oggi i 2mila euro di aumento sarebbero tassati al 23%, che è l’aliquota che si applica al primo scaglione di reddito Irpef, cioè 460 euro, con la flat tax incrementale al 15% si pagherebbero 300 euro, con un aumento netto di 160 euro dello stipendio.
Per chi percepisce- infine- un reddito da 55mila euro nel 2022 e 57mila nel 2023, l’aumento di 2.000 euro oggi sarebbe al 43%, con pagamento di 860 euro, mentre con la flat tax incrementale si pagherebbero solo 300 euro.