La UE cambia le carte in tavola: stop alle auto diesel e benzina
Lo standard Euro 7 sarà pubblicato a novembre dalla Commissione. Ma sul diesel l’Ue sarà meno drastica nello stringere i requisiti. Vediamo insieme che cosa sta per accadere!
L’Europa è pronta a seguire la via del pragmatismo sugli standard Euro 7 per l’auto diesel che potrebbero essere strutturati già nelle prossime settimane. Ma come stanno davvero le cose?
La nuova direttiva
La nuova direttiva della Commissione Europea potrebbe- e qui è d’obbligo usare il condizionale- aggiornare dopo ben dieci anni gli standard oggi fermi a Euro 6 ma senza un drastico restringimento dei requisiti di inquinamento. Come riporta Il Messaggero, molti degli standard potrebbero essere di fatto equiparati a quelli precedenti e si sottolinea che “l’Euro 7 edulcorato farà sì che almeno 100 milioni di macchine omologate di fatto ai vecchi standard Euro 6 potranno essere messe su strada ancora nei prossimi anni, e rimanere in circolazione per altri due decenni”, restando comunque sia presenti sulle strade anche dopo la soglia del 2035 fissata dall’Europa per lo stop alla vendita di auto a combustione interna.
Ma a quando le nuove norme?
Le norme Euro 7 sono in fase di sviluppo da quattro anni e sono già in notevole ritardo. Amplieranno il mandato delle norme sugli inquinanti per coprire il particolato fine, insieme alle particelle di pneumatici e freni e agli inquinanti come il monossido di carbonio e gli ossidi di azoto. Affronteranno anche la durata della batteria.
Insomma, parliamoci ben chiaro, quella sull’Euro 7 + la proposta legislativa Ue più seria per l’industria automobilistica dopo il divieto dei motori a combustione interna approvato in estate. L’industria attende- a questo punto- con altrettanta preoccupazione le proposte della Commissione europea per le nuove norme sulle emissioni Euro 7 che tardano- e pure un po’ troppo- ad arrivare. Ma a che cosa è dovuto questo ritardo? In parte dal fatto che l’industria ha utilizzato tutti quanti i mezzi in una fase iniziale per cercare di resistere, almeno in parte, alle rigide specifiche per sostanze nocive come gli ossidi di azoto e le polveri sottili che erano state inizialmente prese in considerazione .
Gli aumenti dell’energia e materie prima gravano su tutto
Il mutato contesto globale e le incertezze europee hanno fatto poi il resto. “Alla luce dell’attuale situazione geopolitica ed economica, è stata effettuata una revisione finale”, ha affermato la Commissione nella valutazione d’impatto introduttiva al suo progetto di legislazione Euro 7, citando l’aumento dei costi dell’energia e delle materie prime del settore che ormai è un dato di fatto che ci preoccupa tutti quanti.
Si rischia un altro tonfo
Inizialmente il documento europeo prevedeva che i limiti di emissione di ossidi di azoto sarebbero stati ridotti da 60 a 30 milligrammi al km, con limiti di particolato che scendevano da 4,5 a 2 milligrammi al km, sulla base delle nuove tecnologie di emissione. Queste condizioni avrebbero di certo pure assai aumentato i prezzi dei veicoli a benzina dello 0,8% e i prezzi dei veicoli diesel del 2,2% e “alla luce delle attuali circostanze geopolitiche ed economiche” la Commissione lo ha “riadattato” per mettere meno “pressione sulla catena di approvvigionamento automobilistica”.
Già messa decisamente sotto stress dalla contestatissima decisione di giugno sull’elettrico e che ora rischierebbe un’ulteriore down nel caso in cui si proponesse una stretta tanto drastica. E intanto si rimanda…