Il costo della Partita Iva nel regime forfettario: non tutti lo sanno
Le spese da sostenere per avviare un’attività e scegliere l’opzione fiscale che prevede un’imposta a forfait. Sapete esattamente quali sono? Ve le diciamo noi!
Non è un segreto: avviare un’attività in proprio comporta sempre dei costi, tra le carte da fare per mettere in piedi il tutto alle spese della sede o del capannone, di tutta l’attrezzatura occorrente, del personale. E poi quelle per mantenere viva l’attività e, possibilmente, farla crescere. Mica, bruscolini, insomma!
Chi può avere il regime forfettario
E che dire poi dell’ aspetto fiscale che è l’argomento che vi sta tanto a cuore? Chiaro è che serve necessariamente aprire una partita iva. Quanto costa farlo se si rimane nel regime forfettario? Quali sono le spese da mettere in conto?
Cominciamo intanto con il dire che il costo della partita Iva nel regime forfettario potrebbe essere anche pari a zero. Ma come è possibile? Andiamo per gradi…
Il regime forfettario è un’opzione riservata a chi ha avviato o sta per avviare un’attività di impresa, arte o professione, purché nell’anno precedente: abbia avuto compensi o ricavi non superiori a 65.000 euro , ragguagliati all’anno nel caso delle attività avviate nell’anno in corso e abbia sostenuto delle spese per un importo complessivo pari o inferiore a 000 euro lordi per lavoro accessorio, lavoro dipendente e compensi a collaboratori, anche a progetto, comprese le somme erogate sotto forma di utili da partecipazione agli associati con apporto costituito da solo lavoro e quelle corrisposte per le prestazioni di lavoro rese dall’imprenditore o dai suoi familiari. Inoltre deve rispettare il limite di 000 euro di reddito da lavoro dipendente o assimilati e di pensione, con la sola eccezione che riguarda lavoratori dimessi o licenziati. Tutto chiaro fino qui?
Non si paga l’Iva!
Viene garantita dal regime forfettario – e questa è la principale agevolazione – una tassazione basata su un’aliquota unica del 5% per i primi cinque anni e del 15% dal sesto anno in poi. In pratica, chi aderisce al regime ha la possibilità – davvero interessante- di avere sia una tassazione ridotta sia una diminuzione dei contributi Inps, oltre che alcune semplificazioni ai fini Iva e delle imposte sui redditi.
In particolare, l’Iva non deve essere addebitata al cliente in fattura, il che significa che nemmeno deve essere versata, dato che non l’ha incassata! In poche parole, questo significa che chi sta per mettere in piedi un’attività in proprio o chi l’ha appena fatto può beneficiare grazie al regime forfettario di una flat tac del 5% per i primi cinque anni, a condizione che -però- non abbia esercitato nei tre anni precedenti un’attività artistica, professionale o d’impresa, anche in forma associata o familiare, e la nuova attività non deve essere una prosecuzione di una già svolta in precedenza nella forma di lavoro dipendente o autonomo, fatta esclusione dei casi in cui si tratti di periodi di pratica obbligatoria per l’accesso ad arti o professioni.
O ancora se si prosegue l’attività svolta da un altro soggetto, i ricavi o compensi realizzati nel periodo d’imposta precedente non superino il limite per l’accesso al regime forfettario.
A chi è vietato
Resta vietato l’accesso al regime forfettario invece per: le persone fisiche che beneficiano di regimi speciali Iva o di regimi forfettari di determinazione del reddito, i non residenti in Italia, a meno che si trovino in uno Stato dell’Ue o dello Spazio economico europeo (Regno Unito, Islanda, Liechtenstein e Norvegia) che garantisca un corretto scambio di informazioni e che producano in Italia almeno il 75% del loro reddito complessivo, chi realizza, in via esclusiva o prevalente, operazioni di cessione di fabbricati o porzioni di fabbricato, di terreni edificabili o di mezzi di trasporto nuovi e per chi esercita attività d’impresa, arti o professioni e partecipa contemporaneamente a società di persone, associazioni professionali o imprese familiari, oppure controlla direttamente o indirettamente società a responsabilità limitata o associazioni in partecipazione, le quali esercitano attività economiche direttamente o indirettamente riconducibili a quelle svolte individualmente.
E ancora lo è per le persone fisiche la cui attività sia esercitata prevalentemente nei confronti di datori di lavoro con i quali sono in corso rapporti di lavoro o erano intercorsi rapporti di lavoro nei due precedenti periodi d’imposta o nei confronti di chi è direttamente o indirettamente riconducibile a tali datori di lavoro, ad eccezione di chi inizia una nuova attività dopo aver svolto il periodo di pratica obbligatoria ai fini dell’esercizio di arti o professioni.
Come si calcolano le spese
Chi aderisce al regime forfettario, deve – poi- calcolare il reddito imponibile applicando a ricavi e compensi un coefficiente di redditività variabile a seconda del settore in cui opera. Al reddito imponibile va poi applicata un’unica imposta, nella misura del 15%, sostitutiva delle imposte sui redditi, delle addizionali regionali e comunali e dell’IRAP , tranne per le start up che, come già in precedenza detto, devono considerare l’imposta del 5% per i primi cinque anni. Aprire una partita iva con questo regime non è costoso ma per maggiori informazioni è bene rivolgersi al vostro CAF di fiducia.