Un gel che racchiude atomi radioattivi di iodio-131 è riuscito a cancellare del tutto cancro letale al pancreas in laboratorio. Risultati mai visti prima. E ora il pubblico vuole saperne di più. La Medicina sta facendo davvero passi da gigante!
Grazie a una terapia assolutamente innovativa gli scienziati sono riusciti a eliminare completamente il cancro al pancreas in modelli murini (topi), comprese le forme considerate più resistenti. Vediamo insieme come è avvenuto l’esperimento…
La tecnica sperimentale- ed è bene sottolinearlo che sia da definire così almeno per ora- si basa su impianto gelatinoso in grado di rilasciare radiazioni direttamente sul tumore, senza- però- danneggiare in alcun modo, neppur lievemente, tessuti sani circostanti. Funziona poi in stretta sinergia con la tradizionale chemioterapia, volta a rendere le cellule cancerose più vulnerabili all’attacco della radioterapia. Si tratta – in pratica- del miglior risultato in assoluto ottenuto contro il cancro al pancreas nei topi, pertanto la speranza è che tali risultati possano essere replicati anche nell’uomo.
Questa forma di cancro- infatti-, come ben spiegano gli autori dello studio, pur rappresentando solo il 3,2 percento dei casi totali è- pensate- la terza causa di morte per patologie oncologiche. È poi una malattia molto subdola, nonché assai difficile da trattare e che fin troppo spesso viene scoperta troppo tardi. Ma ora c’è una nuova speranza all’orizzonte. A mettere a punto la nuova, promettente tecnica contro il cancro al pancreas – e ad averne dimostrato l’efficacia sui topi – è stato un team di ricerca statunitense guidato da scienziati del Dipartimento di Ingegneria Biomedica dell’Università Duke, che hanno collaborato a stretto contatto con i colleghi del Dipartimento di Oncologia delle radiazioni e di Farmacologia e Biologia del Cancro del Centro Medico Duke. I risultati? A dir poco sorprendenti!
I ricercatori, perfettamente coordinati dai professori Ashutosh Chilkoti e Jeffrey L.Schaal, al fine di migliorare l’approccio radioterapico, hanno deciso di impiantare sulle masse tumorali dei topi una sostanza simile al gel, composta da polipeptidi simili all’elastina (ELP). Queste catene sintetiche di amminoacidi si trovano allo stato liquido a temperatura ambiente, ma diventano- pensate- gelatinose quando esposte al calore dell’organismo. In pratica formano un involucro perfetto per consegnare gli atomi radioattivi direttamente nel tumore, dal momento che sono in grado di impedire alle radiazioni di sfuggire e di colpire i tessuti sani circostanti, che vanificherebbero il trattamento.
Il professor Schaal e i colleghi hanno deciso di utilizzare radionuclidi di iodio-131, che altro non è che un isotopo radioattivo dello iodio che rilascia radiazioni beta già ampiamente utilizzato da anni nei trattamenti medici , dal momento che se ne conoscono sia vantaggi che effetti collaterali. Come accuratamente spiegato dagli scienziati, col passare del tempo il deposito di biogel si degrada in amminoacidi e viene pian piano assorbito dall’organismo, “ma non prima che lo iodio-131 sia decaduto in una forma innocua di xeno”.
In pratica è una sorta di guscio protettivo che permette alle radiazioni di agire per tutto il tempo necessario, impedendo- però- loro di fare danni.
“La radiazione beta migliora anche la stabilità del biogel ELP. Ciò aiuta il deposito a durare più a lungo e a rompersi solo dopo che la radiazione si è esaurita”, hanno scritto gli studiosi.