La pensione di invalidità segue regole ben diverse se il disabile ha percentuale compresa tra il 74 ed il 99% o il 100%. In questo articolo ci soffermeremo sulla pensione di invalidità dell’inabile totale, sui requisiti per averla e su come questa, poi, si trasformi in pensione di vecchiaia o in assegno sociale. Pronti a prendere nota?
La domanda che molti si pongono è proprio quanto prende di pensione di invalidità chi ha una percentuale pari al 100%. La risposta non è univoca… Scopriamo insieme il perché…
Se si parla di un invalido al 100% stiamo – chiaramente e ovviamente- parlando di una persona totalmente inabile al lavoro. Questa tipologia di invalidità è riconosciuta a colui che è totalmente e permanentemente inabile al lavoro. Per avere diritto alla pensione di invalidità civile deve avere un’età compresa tra i 18 ed i 67 anni e, per il 2022, un reddito inferiore ai 17.050,42 euro. Il reddito da prendere in considerazione, e questo è molto importante, per non dire assolutamente fondamentale, è solo quello prettamente personale. Non rientrano nel computo dei redditi- pertanto- quelli di eventuali familiari conviventi o quelli del coniuge. Tutto chiaro fino a qui?
È inoltre indispensabile che l’invalido sia cittadino italiano o, se cittadino comunitario, sia iscritto al Comune in cui è residente. In alternativa, se è un cittadino extracomunitario, deve necessariamente avere un permesso di soggiorno di almeno un anno ed essere stabilmente residente sul territorio nazionale da almeno un anno.
L’iter burocratico richiede poi che il proprio medico curante rediga un apposito e ben dettagliato certificato telematico da inviare all’INPS . Inoltre deve rilasciare al paziente un numero di protocollo con il quale il disabile deve produrre una domanda di riconoscimento di invalidità all’INPS anche con l’ausilio di un patronato e/o di CAF. Dopo circa 30 giorni sarà convocato a visita di controllo con Commissione medica che rilascerà verbale indicante la percentuale di invalidità riconosciuta. Solo a questo punto- ed è bene dirlo chiaramente- potrà presentare domanda di pensione di invalidità all’INPS.
Ma veniamo ora a parlare di cifre, a quanto ammonta la pensione?
L’importo della pensione di invalidità civile è di 291 euro circa al mese per 13 mensilità. Ma se l’invalidità rispetta determinati limiti di reddito personali e coniugali può avere il cosiddetto incremento al milione.
A spiegarlo è l’INPS nella circolare numero 107 del 2020 in cui indica i redditi che vanno rispettati . Quali sono? Per l’invalido non coniugato non devono superare gli 8.583,51 euro l’anno, mentre per l’invalido sposato, fermo restando il reddito personale che non va superato, il proprio reddito sommato a quello del coniuge non deve superare i 14.662,96 euro l’anno. Se si rispettano questi limiti la pensione di invalidità civile spettante sarà innalzata a 661 euro circa al mese, per 13 mensilità.
Se al compimento dei 67 anni l’invalido ha almeno 20 anni di contributi versati, la pensione di invalidità si trasforma poi direttamente in quella di vecchiaia. L’importo spettante, a quel punto, è calcolato con il sistema di calcolo in cui si ricade sui contributi versati. Inoltre può essere eventualmente integrato al minimo, se- chiaramente- spetta. Se l’invalido,-invece- non arriva al diritto della pensione di vecchiaia non avendo raggiunto il requisito contributivo, spetta l’assegno sociale che segue le stesse e identiche soglie di reddito della pensione di invalidità stessa, dunque non quelle previste per la generalità dei richiedenti, che sono- dati alla mano- più basse. Ma- a onor del vero- anche gli importi sono differenti e all’invalido spetterà un importo pari a 381,23 euro maggiorabile di ulteriori 86,88 euro se si rispettano determinate e ben precise condizioni di reddito.