Revoca o sospensione dell’indennità di accompagnamento: chi rischia grosso
Andare dal medico curante per la compilazione del modello SS3, cioè del certificato medico per l’invalidità, è il primo passo da fare assolutamente per chi vuole ottenere l’indennità di accompagnamento. Vediamo meglio come funziona…
Il medico di base invia online il certificato. L’utente con la copia di esso deve andare al patronato per la domanda vera e propria per tale l’indennità. Passaggi burocratici lunghi e decisamente complicati, che quindi rendono difficile l’ottenimento dell’indennità. Ma anche una volta ottenuta, i problemi non finiscono qui. Giammai!
La prassi
Dopo tutta questa fatica , assolutamente snervante e assai pesante, per ottenere questa prestazione assistenziale da parte dell’INPS, ci sono contribuenti che finiscono con il perderne il diritto. E questo è pazzesco, oltre che assolutamente ingiusto.
Il motivo? Beh, è che non sanno bene cosa fare e a che cosa prestare attenzione. Dopo il passaggio dal medico curante e dal patronato, l’invalido finisce con l’essere convocato a visita da parte della Commissione medica delle ASL, ma fate molta attenzione dal momento che questo accade solo se e la Commissione medica lo riconosce effettivamente invalido al 100% e – pertanto- del tuto meritevole dell’accompagnamento. Ed ecco quini che la prestazione è liquidata da parte dell’INPS.
Tuttavia, una volta liquidata questa prestazione non è- lo diciamo subito al fine di non creare confusione- non è eterna, dal momento che- dati alla mano- non mancano i casi in cui i beneficiari finiscono con il perdere il diritto dopo averlo precedentemente ottenuto. Ma come può accadere?
Quando si perde l’accompagnamento
Le motivazioni che possono portare alla revoca del beneficio o alla sua sospensione sono davvero molteplici ed alcune sono davvero talmente comuni che -magari – passano pure del tutto inosservate da parte dei diretti interessati. Ergo, capite bene che sono qui elevatissimi i rischi di perdere i benefici. Una revoca dell’identità di accompagnamento si materializza nel momento in cui il beneficiario della prestazione perde alcuni requisiti che -invece- in passato gli avevano dato diritto a percepirlo.
I casi rari in cui accade e quelli più comuni
Anche se davvero raro, può capitare che l’invalido perda il 100%. Oppure che torni ad essere più o meno autosufficiente. L’INPS -tra l’altro- può convocare a revisione il titolare dell’indennità di accompagnamento.
Un altro motivo di potenziale revoca dell’indennità di accompagnamento può essere il mancato invio da parte del diretto interessato del modello INVCIV, che fa parte della campagna RED da parte dell’INPS, quella con cui l’Istituto chiede ai beneficiari delle prestazioni assistenziali la comunicazione dei redditi che incidono sulle prestazioni stesse. Ed incide pure sulla prestazione anche l’eventuale ricovero presso strutture sanitarie a carico dello Stato.
E in caso di ricovero…
Proprio il poco fa menzionato ricovero in strutture statali o convenzionate con lo Stato, se superiore a 30 giorni, porta alla sospensione della prestazione. Non revoca ma sospensione perché, gravando sullo Stato presso la struttura dove è ricoverato, il disabile non ha diritto all’accompagnamento per tutto quel periodo. Tuttavia c’è anche da dire che la sospensione per periodi di ricovero inferiori ai 30 giorni non viene applicata da parte dell’Istituto, così come non viene applicata nei casi di ricoveri brevi.