In arrivo la mail dell’INPS che non piace affatto: pagamenti e sanzioni inaspettate
Il versamento dei contributi è molto importante e se non lo si fa si potrebbe andare incontro a sanzioni anche molto salate che sono- pertanto- da evitare come la peste! Ma vediamo di capirci meglio…
Quando si parla di contributi e di versamenti bisogna stare davvero molto attenti. E occhio se si riceve questa email…
Occhi se ricevi questa email
Il pagamento dei contributi è un obbligo a cui devono assolvere tutti quanti i lavoratori. Ergo, chi non lo fa, oltre meritarsi una sonora sgridata e una metaforica tirata di orecchie, viene inquadrato- in men che non si dica- come evasore. Se non si pagano i contributi dovuti all’INPS, l’Istituto provvederà ad inviare una prima notifica al soggetto generalmente entro un massimo lasso di tempo di 2 anni.
Come anticipato, se non vi è il pagamento congruo dei contributi ci sarà una notifica da parte dell’INPS e il primo passaggio è quello dell’invio di una PEC oppure sarà inviata una raccomandata con ricevuta di ritorno al proprio domicilio.
L’arrivo della cartella esattoriale
Nel corso del tempo- chiaramente- i contributi da pagare saranno sempre più alti rispetto a quelli che si dovevano pagare in origine.
Ma- in realtà- non è stato messo in esame soltanto l’importo maggiorato da pagare perché, nel corso degli anni, saranno giunte anche delle sanzioni. Dopo che i solleciti saranno stati ignorati da parte del soggetto, l’Istituto Nazionale di Previdenza Sociale manderà una cartella esattoriale e questa avrà un importo maggiore. Tutti chiaro fino qui?
A cosa si va incontro se non si pagano i contributi
Se anche quest’ultimo sollecito da parte dell’Agenzia dell’entrate sarà ignorato dal soggetto, allora quest’ultimo potrà andare incontro a sanzioni belle gravi come il fermo amministrati o il pignoramento. O ancora l’iscrizione di ipoteca.
Insomma, lo ribadiamo e stavolta con ancora maggior vigore, non pagare i contributi all’INPS può comportare sanzioni davvero molto onerose. Inoltre talora può essere davvero difficile ripagarli tutti in un’unica soluzione. Ed è per questo che è stata pensata una rateizzazione . In questa maniera il lavoratore sarà favorito e potrà dunque estinguere il debito.
Tuttavia è anche doveroso dire che tale modalità pare non sia sempre possibile dal momento che è necessario rispettare i requisiti richiesti come quello di non poter pagare tale debito secondo i requisiti vigenti. In pratica, l’importo rateizzato deve superare il venti per cento del reddito dell’intero nucleo familiare. Tale reddito si calcola mensilmente.
La prescrizione
Se tali contributi non vengono pagati, vi è la possibilità di prescrizione e di recente l’Istituto Nazionale di Previdenza sociale ha cambiato i tempi. Oggi sarebbe possibile far andare- per l’appunto- in prescrizione i contributi non pagati dopo 5 anni. edito.