Conti cointestati, il Fisco vuole vederci chiaro: partono i controlli
Nell’ultimo periodo sono partiti i controlli da parte del Fisco sui conti correnti cointestati: ecco cosa sta succedendo e i consigli per tutelarsi.
L’Agenzia delle Entrate ha recentemente inasprito i controlli sui propri contribuenti. A farne le spese, questa volta, sono stati i conti corrente cointestati.
Grazie infatti al nuovo algoritmo VERA (Verifica dei Rapporti Finanziari) l’Istituto potrà incrociare i dati di tutti i contribuenti e monitorare i relativi movimenti.
Oggetto dei controlli non sono soltanto i conti correnti, ma anche i vari dati finanziari e immobiliari, i pagamenti realizzati con le carte di credito e le fatture elettroniche.
Relativamente ai conti correnti, cui sarà riservato un controllo specifico, è possibile adottare alcune soluzioni per tutelarsi, soprattutto quando si hanno conti cointestati.
Questi ultimi, infatti, possono generare confusione e problemi con il fisco, soprattutto nel momento in cui si incrociano i vari dati.
Conto corrente cointestato: cosa si rischia
Il conto corrente cointestato è uno strumento bancario che consente a tutti gli intestatari di effettuare diverse operazioni: pagamenti e prelievi, ma accrediti come la pensione oppure lo stipendio.
Può quindi accadere che la persona che ha versato la minor quantità di denaro sul conto cointestato vada poi a utilizzare anche il denaro versato dall’altro intestatario.
Per questa ragione, è consigliabile instaurare un accordo fiduciario tra le persone titolari del conto, dal momento che la banca non ha alcuna responsabilità sull’utilizzo del denaro presente sul conto.
Tuttavia sono da considerare i controlli da parte del fisco sulle operazioni.
Attualmente, nel caso in cui il fisco noti operazioni che il contribuente non ha dichiarato, anche alla luce di quelle che sono le spese, saranno oggetto di verifica tutti i movimenti che partono dal conto in esame.
Il controllo del fisco, in presenza di operazioni ritenute sospette, può portare al sequestro del conto corrente.
Questa situazione si può verificare anche se a compiere l’illecito è uno solo degli intestatari del conto, e anche se non è la persona che contribuisce per la maggior parte alla somma di denaro presente.
Tutelarsi dai controlli: dichiarazioni trasparenti
Un’altra soluzione per evitare i controlli quando si ha un conto cointestato è quella di adempiere a tutti gli obblighi di legge relativamente alle varie dichiarazioni.
Quindi occorre dichiarare tutto il denaro guadagnato, sia relativamente al lavoro e ad altre forme reddituali.
È questo un chiaro obbligo di legge che, se disatteso, può portare al sequestro del conto corrente anche in caso di omissione da parte di uno solo dei titolari.
La dichiarazione dei redditi evita quindi ulteriori controlli da parte del fisco. Questa dichiarazione può essere resa utilizzando l’apposito Modello 730.
Separare le somme
Altra soluzione è quella di separare le somme che sono conservate in un solo conto corrente cointestato, in due conti correnti separati.
Tale ipotesi, da un lato fa venire meno i vantaggi di un conto cointestato e, dall’altro, evita controlli più stringenti da parte del fisco.
Separando le somme in due conti correnti diversi, ognuno sarà responsabile per le proprie attività e per le proprie dichiarazioni. Pertanto, in caso d’irregolarità, sarà solo il suo conto quello oggetto di provvedimenti.
Per separare un conto è sufficiente aprirne un altro e depositarvi la metà della somma presente su quello cointestato.
Scegliere di separare i conti è una soluzione semplice e veloce da prendere con cautela.
In modo particolare quando il conto cointestato interessa la famiglia, quindi il coniuge o i figli: per legge, infatti, in caso di divisione occorre ripartire al 50% tutte le somme presenti sul conto cointestato.