Busta paga: quanto guadagneremo in più da qui a fine anno, grazie a Draghi
Il Governo Draghi aveva introdotto diverse misure volte espressamente ad aumentare l’importo della busta paga. Ma di quanto aumenterà lo stipendio da qui a fine anno? Ecco alcune informazioni utili per scoprirlo e per tirare- in certi- casi un salutare sospiro di sollievo.
Il Governo Draghi ha fatto il possibile per aumentare gli stipendi degli italiani in quest’ultima parte dell’anno, chiedendo anche un contributo alle imprese laddove possibile. Tutte le novità e gli aggiornamenti…
Buste paga più alte?
Nel dettaglio, sono assai numerose e diverse le misure introdotte, alcune delle quali impatteranno anche sugli stipendi in arrivo da qui alla fine dell’anno, con buste paga leggermente più ricche per alcuni dipendenti. La più importante è -sicuramente -lo sgravio contributivo che dal mese di luglio è stato portato al 2%, con l’Inps che solo in questi giorni ha fornito ai datori di lavoro le istruzioni di applicazione nelle prossime buste paga, tredicesima compresa.
Tuttavia non va nemmeno dimenticata l’ assai ghiotta possibilità che viene data alle aziende di contribuire al pagamento dei costi delle bollette affrontati dai loro lavoratori, includendo pure queste voci di spesa tra quelle indennizzabili ai fini del welfare aziendale fino a una soglia di 600 euro l’anno. E ancora, eccolo che è in arrivo il bonus 150 euro. Lo potremo avere da Novembre–
Lo sgravio fiscale
Di fatto, numeri e conti alla mano. di quanto aumentano le prossime buste paga? Ecco quanto andrà a guadagnare un dipendente, a seconda dei casi, da qui a fine anno. Come anticipato, da luglio 2022 lo sgravio contributivo che si applica sull’aliquota dei contributi a carico del dipendente, è stato portato dallo 0,8% , come stabilito dalla legge di Bilancio 2022, al 2%.
Di netta conseguenza, rispetto alla busta paga di giugno ci sarà per il dipendente un ulteriore risparmio dell’1,2%, ma solo ed esclusivamente per coloro che hanno uno stipendio con imponibile lordo non superiore a 2.692 euro e in prospettiva 35 mila euro l’anno.
Tuttavia, c’è anche da dire che oggi ci sono ancora datori di lavoro che non hanno aggiornato le buste paga dal momento che attendevano apposite istruzioni da parte dell’Inps, arrivate solamente qualche giorno fa.
A tal proposito, l’Istituto ha fornito tutte le indicazioni a riguardo, comprese quelle riguardanti la comunicazione dello sgravio applicato. Ergo dalla busta paga di ottobre l’aliquota contributiva verrà certamente aggiornata, con la quota a carico del dipendente che scende dall’8,39% al 7,19% , rispetto al 9,19% ordinario.
Le cifre e le scadenze
Pertanto, rispetto a quanto percepito nell’ultima busta paga, ci sarà un aumento del netto pari a: 12 euro per chi ha uno stipendio di 1.000 euro, 18 euro per chi ha uno stipendio di 1.500 euro, 24 euro per chi ha uno stipendio di 2.000 euro e di 30 euro per chi ha uno stipendio di 2.500 euro.
Ciò vale per le buste paga da qui a fine anno, compresa – lo ribadiamo nuovamente per dovere assoluto di cronaca- la tredicesima.
Nel frattempo, i datori di lavoro dovranno necessariamente corrispondere quanto non pagato tra luglio e settembre, quindi tre mensilità. Complessivamente, quindi quanto dovranno sborsare? 36 euro con uno stipendio di 1.000 euro, 54 euro con uno stipendio di 1.500 euro, 72 euro con uno stipendio di 2.000 euro e 90 euro con uno stipendio di 2.500 euro.
Ma attenzione dal momento che non è affatto detto che gli arretrati verranno pagati in un’unica soluzione. Non per nulla nella circolare Inps, infatti, viene data la possibilità ai datori di lavoro di corrispondere gli arretrati da ottobre a dicembre. In pagamento nella busta paga di novembre, ci sarà- invece- una nuova indennità una tantum contro il caro vita. Si tratta di un bonus di 150 euro, esentasse e non pignorabili, riconosciuti a coloro che nella busta paga di novembre hanno percepito uno stipendio lordo inferiore a 1.538 euro.
Una aiuto in più dai datori di lavoro
È bene- infine- sottolineare che viene pagato con la busta paga di novembre e non a novembre. In poche parole, ciò significa che potrebbe arrivare, secondo le tempistiche adottate dall’azienda per il pagamento degli stipendi, anche a inizio dicembre. Ma il governo Draghi ha introdotto anche delle soluzioni affinché possano essere direttamente le aziende ad aumentare gli stipendi. Tuttavia è bene dire che non si tratta affatto di un obbligo, bensì di una possibilità, ovviamente molto ma molto importante, per quei datori di lavoro che vogliono concretamente contribuire a supportare i dipendenti in questo momento di grave difficoltà.
Un esempio concreto in tale direzione ? Le aziende potrebbero decidere di rimborsare i costi sostenuti dai dipendenti per il pagamento delle utenze di luce, gas e acqua presso la loro abitazione, riconoscendo un contributo esentasse – tanto per il dipendente quanto per il datore di lavoro – entro una soglia annua di 600 euro. E pare che ciò sia stato messo in pratica da molte realtà, per l’immensa gioia delle famiglie italiane.