Aumento pensioni e uscita anticipata, prime indicazioni ufficiali nel documento Nadef
Quali sono i possibili margini di intervento sulle pensioni che emergono dalla Nadef? Diciamo che ci sono possibili novità per aumento pensioni e uscite anticipate. Gli italiani possono- dunque- tirare un bel sospiro di sollievo, oppure no? Come stanno davvero ” le cose”?
Quali sono le prime indicazioni ufficiali nel documento Nadef per aumento pensioni e uscita anticipata? Scopriamole insieme..
Pensioni, tutte le novità
In vista della presentazione ufficiale della nuova Manovra Finanziaria, è stata presentata la Nadef, che altro non è che nota di aggiornamento al Def, con i primi dati e numeri indicativi per l’impiego dei miliardi di euro a disposizione. Essa è generalmente definita da tecnici e preannuncia le misure definitive che potrebbero ( e qui il condizionale è assolutamente d’obbligo) essere ancora inserite nella nuova Manovra. Diverse- per la verità- sono le indicazioni fornite mentre davvero poche, se non addirittura pochissime, sulle pensioni. Ma quali sono?
Sta per tornare la Legge Fornero
Stando a quanto riportano le ultime notizie, nella Nadef non sono riportati margini di intervento sulle pensioni , soprattutto relativamente a novità per uscite anticipate. Nulla compare -al momento- nel documento per eventuali nuovi provvedimenti da inserire nella prossima Legge di Bilancio 2023 per evitare il pieno ritorno alla legge Fornero a partire dal primo gennaio 2023, nonostante l’intenzione di garantire- almeno non solo, il cambio generazionale nel settore lavorativo, che tanto sta a cuore agli italiani.
Ricordiamo- infatti- per dovere assoluto di cronaca- che il 31 dicembre 2022 si esaurisce anche la quota 102, che quest’anno ha sostituito la quota 100, che permette ancora fino a fine anno di andare in pensione prima a 64 anni di età e con 38 anni di contributi. Inoltre non sarà prorogata, per cui da gennaio si tornerà alla Legge Fornero che prevede di poterci andare a 67 anni con 40 anni di contributi, o di poterci comunque andare, al di là della propria età, con 42 anni e 10 mesi di contributi per gli uomini e con 41 anni e 10 mesi di contribuiti alle donne.
Si vorrebbero aumentare le pensioni
Le risorse disponili più che per la definizione di piani di uscita anticipata dovranno essere -innanzitutto – impiegate per l’aumento delle pensioni e per continuare a dare ai pensionati maggiore potere di acquisto contro l’inflazione crescente anche il prossimo anno, dopo l’anticipo della rivalutazione al 2% da ora e fino a fine anno. Tuttavia c’è anche da dire che si pensa anche ( ma non solo!) alla rivalutazione delle pensioni nel 2023 e si stima la necessità di 10miliardi di euro da investire, considerando che- molto probabilmente- la rivalutazione delle pensioni sarà del 10%, per adeguamento all’andamento dell’inflazione, o forse leggermente inferiore ma comunque ben più alta dell’attuale indice. Ma qui è ancora tutto ” in forse”.
Le possibili novità
E bisognerà ben valutare quante risorse economiche oltre che su come investirle per le pensioni, considerando che la spesa pensionistica, a causa del caro vita, come riportato fedelmente già nel Def del mese i aprile, era più alta rispetto ai 296,5 miliardi ipotizzati per il 2022 del +7,4%.
E la previsione di spesa con la Nadef tende a salire ancora e poi ancora . Stando a quanto riportano le ultime notizie, dunque, il 2023 non sarà ancora l’anno di una nuova riforma delle pensioni strutturale ma probabilmente, se ci saranno, saranno solo e ancora novità pensioni “tampone”.
Tra le possibili novità: rendere strutturale opzione donna, per permettere alle donne di andare per sempre in pensione prima a 58 o 59 anni, rispettivamente per lavoratrici dipendenti o autonome, e con 35 anni di contributi a condizione di accettare un ricalcolo contributivo della pensione finale e ampliare ape social, per coinvolgere una platea maggiore di beneficiari.
Ma ribadiamo che siamo ancora nella fase delle ipotesi e dei ” se e dei ma”…