Bonus stufe a pellet, quello che tutti stavano aspettando: come funziona
In questi mesi più che mai non si altro che sentir parlare di bonus a gogo. E ora, con l’arrivo del freddo e dell’inverno, ne è arrivato un altro che riguarda il pellet. In che cosa consiste?
In un incentivo del 65% per la sostituzione degli impianti a gas con quelli a biomasse. In pratica poi si tratterebbe di una detrazione fiscale Irpef del 65% oppure in un contributo diretto nel caso di una sostituzione dei vecchi impianti con stufe a pellet o a legna, nota anche come Conto Termico. Ma vediamo di capirci qualcosa di più…
Il bonus pellet consiste in un incentivo per la sostituzione degli impianti di riscaldamento a gas con quelli a biomasse, come appunto le stufe a pellet o a legna, che in un momento di rincari del gas garantisce un risparmio, nonostante anche il pellet sia aumentato. Ok, il costo di un sacco da 15 kg è pressoché raddoppiato, passando da 4/5 euro a 9/10, ma resta pur sempre più conveniente rispetto al riscaldamento tradizionale.
Come funziona l’ Ecobonus tradizionale
Una delle agevolazioni fiscali è l’Ecobonus tradizionale, quello- sostanzialmente- che concede detrazioni dal 50% fino all’85%. Il bonus concede una detrazione pari al 50% per le unità indipendenti per l’acquisto e la posa in opera di impianti di climatizzazione invernale dotati di generatori di calore alimentati da biomasse combustibili. Il bonus vale solo ed esclusivamente per gli immobili già iscritti al Catasto e/o per quelli con pratica di iscrizione in corso. Insomma, non vale per gli edifici in costruzione, è chiaro?
Inoltre c’è anche un limite di spesa sia per l’acquisto che per la posa in opera della stufa il cui tetto è pari a pari a 30.000 euro. Per i condomini-la detrazione sarà pari a: 70%-75%, con un spesa massima di 40.000 euro da moltiplicare per ogni unità immobiliare; 80%-85% , ma solo se si apportano anche miglioramenti delle prestazioni antisismiche e con un tetto massimo di 136.000 euro da moltiplicare per ogni appartamento presente nell’edificio.
La detrazione e la liquidazione
L’acquisto e l’installazione della stufa deve – però- avvenire entro e non oltre il 31 dicembre 2022. Nel caso di detrazione al 50%, occorre poi necessariamente chiedere all’azienda che si occupa della ristrutturazione la documentazione necessaria e conservarla in un luogo sicuro.
Nel caso poi di detrazione superiore, l’acquisto deve essere inserito all’interno di interventi di ristrutturazione o riqualifica di un immobile. In entrambi i casi, la detrazione verrà ben suddivisa nell’arco di dieci anni in quote annuali di pari valore. E il rimborso come verrà erogato? Sarà accreditato direttamente sul conto corrente entro 90 giorni, quindi sostanzialmente 3 mesi, dall’installazione in casa.
La cifra potrà essere liquidata in un’unica tranche se la spesa sostenuta rientra nei limiti di 5.000 euro, altrimenti sono previste due rate annuali, a distanza di sei mesi l’una dall’altra.
Per poter chiedere il bonus occorre aver già installato l’impianto, presentando in via telematica la certificazione di fine lavori, la documentazione relativa all’impianto e la fattura con i costi sostenuti. Della serie, ” carta canta”!
Ma- a onor del vero- anche un vecchio impianto può usufruire del maxi bonus fino all’85% di detrazione fiscale, che si ferma al 50% se- attenzione- riguarda una casa indipendente e con un massimo di spesa sostenuta pari a 30 mila euro.
Se -invece- si parla di un condominio, allora la detrazione sale al 70% ma fino a un massimo del 75%, se i costi dei lavori non superano i 40 mila euro. Se poi il tetto del preventivo supera i 136 mila euro, allora la detrazione possibile oscilla tra l’80% e l’85%.
Il bonus stufa a pellet, la vera novità!
L’alternativa è quella di usufruire del bonus stufa a pellet, nell’ambito di quello più ampio delle ristrutturazioni e quindi beneficiare di un sgravio fiscale che ammonta niente di meno che al 50%. In caso di scelta di questa opzione,c molti vivamente consigliano, allora si dovrà portare la detrazione, in fase di presentazione della dichiarazione dei redditi, così da poter suddividere gli importi in 10 rate, quindi una all’anno, nell’arco del decennio successivo. Ma occhio dal momento che i bonus in entrambi i casi sono previsti solo se il rendimento energetico sarà uguale o superiore all’85% rispetto a quello precedente e solo nel caso in cui sia rilasciata una certificazione ambientale di 4 stelle (sostituzione di vecchio impianto) o 5 (installazione ex novo).
Il Conto Termico, che cos’è?
Il Conto Termico non è una detrazione, bensì un vero e proprio incentivo gestito dal GSE , acronimo di Gestore dei Servizi Energetici. Si tratta- in sostanza- di un’altra ed ennesima agevolazione per chi acquista stufe a biomasse, ma riguarda solo chi è disposto a rottamare un vecchio impianto. Come funziona?
In pratica, una volta fatto l’acquisto e presentata la certificazione necessaria, si può ottenere un contributo in denaro pari al 65% della spesa, che viene erogato in un paio di mesi. L’importo viene accreditato in una sola rata, se fino a 5.000 euro, altrimenti sarà frazionato in più round.